lunedì 2 maggio 2011

MUSICA DEL NOVECENTO

La musica esiste da tempi molto antichi, sicuramente da prima ancora che ne rimanesse traccia storica. Non c'è stata civiltà che prima o poi non abbia sviluppato un proprio sistema musicale, o che non ne abbia adottato uno, seppure adattandolo alle sue necessità e ai suoi gusti.
La parola musica deriva dalla parola greca moysa, "musa". L'idea occidentale di musica è quindi generalmente collegata alle muse, e in questo senso alludeva ad ogni scienza ed arte che risveglia l'idea di cosa perfetta, gradevole e ben ordinata.
In seguito alla crisi del sistema tonale, a cavallo tra Ottocento e Novecento si avvia una frenetica ricerca di nuovi codici linguistici su cui basare la composizione musicale. Le soluzioni proposte sono diverse: dal ritorno alla modalità, all'adozione di nuove scale, di derivazione extraeuropea, come quella per toni interi (proposta per primo da Claude Debussy), al cromatismo atonale e poi dodecafonico che tende a scardinare la tradizionale dualità di consonanza/dissonanza.
In particolare, nel secondo decennio Arnold Schönberg, assieme ai suoi allievi, tra cui si ricordano Alban Berg e Anton Webern, giunge a delineare un nuovo sistema, noto come "dodecafonia", basato su serie di 12 note. Alcuni ritennero questo l'inizio della musica contemporanea, spesso identificata con la musica d'avanguardia: altri dissentirono vivamente, cercando altre strade. Il concetto di serie, inizialmente legato ai soli intervalli musicali, si svilupperà nel corso del secondo Novecento sino a coinvolgere tutti i parametri del suono. È questa la fase del serialismo, il cui vertice fu raggiunto negli anni cinquanta con musicisti come Pierre Boulez e John Cage.
Altri musicisti - e tra gli altri Igor Stravinsky, Bela Bartok e Maurice Ravel - scelsero di cercare nuova ispirazione nelle tradizioni folkloriche e nella musica extraeuropea, mantenendo un legame con il sistema tonale, ma innovandone profondamente l'organizzazione e sperimentando nuove scale, ritmi e timbri.
Parallelamente al versante colto, che in realtà si estende molto al di là dei confini tracciati dalla musica seriale, nel Novecento assunsero grande importanza i generi musicali popolari, cui i mezzi di comunicazione di massa consentirono una diffusione senza precedenti.
All'inizio del XX secolo la musica occidentale è dunque ormai profondamente cambiata, e scossa fin dalle fondamenta. Non solo, ma cambiano anche, grazie alle invenzioni relativamente recenti della radio e del fonografo, i modi e i tempi di ascolto della musica stessa, prima limitati a concerti in locali appositamente adibiti, come teatri, locali, club o case private. Da una parte inizia a crearsi un pubblico potenziale più vasto e meno acculturato, che apprezza strutture melodiche e armoniche più semplici, dall'altra mai come in questo periodo storico è stato facile, per chi volesse suonare, procurarsi uno strumento e imparare a usarlo.
A questo si deve aggiungere una seconda rivoluzione, anche questa tecnologica: l'invenzione dell'altoparlante e dell'amplificazione audio, che permette di far suonare assieme strumenti che non potrebbero farlo altrimenti (come per esempio una chitarra, una batteria di tamburi e un pianoforte), perché il suono di alcuni di essi prevaricherebbe completamente gli altri.
Queste nuove possibilità tecniche crearono l'occasione per nuovi veicoli espressivi che la musica colta tardò a cogliere e che la nuova musica popolare non ebbe alcun problema ad adottare, creando, tra il 1920 fino al 1980 e in misura minore negli anni successivi, una grande fioritura di nuovi stili e generi (quali jazz, blues, rock, soul, pop, funky, metal, fusion, ognuno dei quali si è suddiviso in ulteriori sottogeneri). Nascono così personaggi che diventano autentici fenomeni mediatici raggiungendo una popolarità senza precedenti. Fra questi si possono citare Frank Sinatra, Elvis Presley, The Beatles e Michael Jackson. Gli stessi fattori, assieme alle mutate condizioni sociali ed economiche del mondo occidentale, fanno assumere estrema rilevanza agli aspetti commerciali del fenomeno musicale (aspetti che avevano iniziato ad emergere già nel secolo precedente): nel XX secolo la richiesta popolare di musica fa nascere, in occidente e nel resto del mondo, una vera e propria industria musicale di dimensioni e risorse gigantesche.
[modifica] Il jazz e il blues Per approfondire, vedi le voci Musica jazz e Blues.

Louis Armstrong negli anni trentaAll'inizio del 1900, negli Stati Uniti d'America, iniziano a diffondersi tra la popolazione urbana diversi generi musicali derivati dalle tradizioni popolari degli africani portati come schiavi sul continente, e dalle loro contaminazioni con le tradizioni musicali bianche.
Nascono e acquistano notorietà in questo modo il ragtime, il blues urbano (derivato dal cosiddetto blues primitivo che veniva cantato nelle campagne), e da ultimo, il jazz, che combinava la musica bandistica e da parata, che veniva suonata soprattutto a New Orleans, con forti dosi d'improvvisazione e con particolari caratteristiche ritmiche e stilistiche.
L'invenzione del fonografo, prima, e della radio, poi, permise una diffusione senza precedenti di questi nuovi generi musicale, che erano spesso interpretati da musicisti autodidatti molto più legati ad una tradizione musicale orale che non alla letteratura musicale. Questo fatto, le origini non europee degli interpreti, e il citato ricorso all'improvvisazione, contribuirono a creare musiche di grande freschezza e vitalità. Al contrario di quello che era successo tante volte nella storia della musica, la tecnologia offriva ora ad una musica popolare fondata più sulla pratica che sulla scrittura di essere trasmessa e tramandata, piuttosto che dimenticata.
La musica jazz continuò a svilupparsi per tutto il XX secolo, diventando prima musica di larghissimo consumo durante gli venti e 30 (detti anche gli anni dello swing), intrecciandosi con altri generi per dare vita a forme di espressione musicale ancora diverse (la più commercialmente rilevante delle quali fu il rock) ed evolvendosi poi gradatamente in una "musica per musicisti" e per appassionati (quando non per elite) espandendosi fuori dall'America e trovando seguaci prima in Europa (dove fu spesso apprezzata più che nel suo luogo di nascita) e poi in tutto il mondo, e diventando uno dei contributi musicali più importanti del Nuovo Continente.
[modifica] Il rock Per approfondire, vedi la voce Rock and roll.
Il rock è la dizione abbreviata di "rock and roll" o "rock'n'roll", e da quando si affermò questa espressione abbreviata si svilupparono vari sottogeneri che enfatizzavano gli aspetti più aggressivi del rock'n'roll. La parola rock si iniziò a leggere come "roccia", e in espressioni come Hard Rock cioè "roccia dura". Il rock'n'roll nacque negli anni cinquanta come musica da ballare, derivato dal boogie-woogie, ballo afro-americano del dopo guerra, infatti, sta proprio per "ondeggia e ruota". Quando rock e rock'n'roll si differenziarono, cioè da quando appunto non furono più sinonimi, la seconda espressione venne intesa come forma originaria di questo genere di musica. Storicamente un gruppo, o una band è formata da una voce, una o più chitarre, il basso e la batteria, spesso con l'inserimento di pianoforte o sassofono. Negli anni settanta, soprattutto in Inghilterra, si affacciarono personaggi come i Pink Floyd, Arthur Brown e Soft Machine pronti a spaziare e a raggiungere nuove melodie musicalmente più complesse rispetto a quelle del rock primitivo per iniziare a dare vita a una rivoluzione. In questa rivoluzione fu coinvolta anche la tecnologia, che con il sintetizzatore, il moog, il mellotron iniziarono a dare vita a forme compositive sempre più complesse e a sonorità completamente innovative. Lo sviluppo del rock ha portato alla creazione di sottogeneri anche molto diversi tra di loro, che spaziano dalla ricerca virtuosistica e alla complessità compositiva del progressive, al diretto minimalismo del punk, sottogeneri che spesso si legano alla ricerca identitaria delle diverse culture, giovanili e non.
[modifica] L'heavy metal Per approfondire, vedi la voce Heavy Metal.
L'heavy metal (letteralmente "metallo pesante") è un genere di musica rock derivato dall'hard rock. È caratterizzato da ritmi fortemente aggressivi e da un suono potente, ottenuto attraverso l'enfatizzazione dell'amplificazione e della distorsione delle chitarre, dei bassi, e, spesso, persino delle voci. Le tematiche musicali sono spesso definite come oniriche, rabbiose, violente o tetre.

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