lunedì 23 maggio 2011
lunedì 9 maggio 2011
UNITA' D'ITALIA
Tappe dell’unità d’Italia
1848-1849 = prima guerra d’indipendenza (nessun risultato)
1859 = seconda guerra d’indipendenza (si ottiene l’Italia centrale)
1860 = spedizione dei Mille (si ottiene l’Italia meridionale)
1866 = terza guerra d’indipendenza (non si ottiene niente con la guerra, ma poi tramite le vittorie della Prussia si annette il veneto)
1870 = annessione di Roma
1915-1918 = prima guerra mondiale
Seconda guerra d’indipendenza
Perché il Piemonte prende l’iniziativa?
1) È l’unico stato che non è dipendente dalle grandi potenze;
2) La dominazione straniera (austriaca) e le dogane,le monete e le misure diverse non permettevano lo sviluppo economico;
3) Voleva espandere il dominio dei Savoia;
4) Il Piemonte era già avanzato grazie a Cavour ( “le riforme fatte a tempo evitano le rivoluzioni” )
Con gli accordi di Plombières del 1859 il Piemonte si allea con la Francia (Napoleone III contro l’Austria) -->in cambio Savoia, Nizza e principi francesi in Italia.
Si crea un governo provvisorio dopo un’insurrezione a Firenze.
Fattore imprevisto : guerra regia e guerra di popolo. Insurrezioni popolari insieme alla guerra regia (Toscana ed Emilia chiedono l’annessione) e a Napoleone non va bene.
11 LUGLIO 1859 = armistizio di Villafranca tra Austria e Francia = Lombardia al Piemonte + ritorno dei sovrani spodestati nel centro Italia + dimissioni Cavour.
La spedizione dei mille
Il Piemonte non poteva attaccare (no casus belli)
Regno delle due Sicilie : rivolta popolare contro i Borbone : Garibaldi raccoglie 1000 volontari e va ad aiutarli (parte da Quarto e sbarca a Marsala). I Borbone scappano a Gaeta.
Cavour convince Napoleone ad accettare l’intervento Piemontese nelle terre pontificie per fermare Garibaldi (motivazione ufficiale : ripristinare l’ordine )
Mazzini avrebbe voluto convocare in Roma liberata un’assemblea costituente.
Garibaldi incontra l’esercito Piemontese a Teano e consegna l’Italia meridionale al Re (soluzione più praticabile : decisione già presa con i plebisciti --> Mazzini deluso e Garibaldini mandati a casa. Garibaldi si ritira.)
1861 : il parlamento proclama Vittorio Emanuele II re d’Italia. (continuità dinastica)
Piemontesizzazione : estensione a tutto il regno d’Italia dello statuto Albertino, della legislazione piemontese, della stessa moneta e misura, tutti i condottieri, i ministri e i funzionari erano piemontesi (rimarrà così fino alla prima guerra mondiale)
L’Italia dopo l’unità
-il 70% degli Italiani vive grazie all’agricoltura (molto arretrata);
- l’industria è anch’essa arretrata e dipende dall’estero per la mancanza, sul suolo italiano, delle materie prime;
- non c’era un mercato unitario;
- rete ferroviaria scarsa;
- Analfabetismo : frammentazione linguistica e Italiano per pochi.
Cavour :
Rottura con il movimento garibaldino -> tutti licenziati
Chiesa ->libera chiesa in libero stato ->Roma capitale attraverso vie diplomatiche
Pio IX molto conservatore non lo permette; Cavour non riesce a completare la sua opera perché muore nel giugno del 1861.
Le riforme della destra storica
Durante l’unificazione prevale una politica centralistica (che porta instabilità)
Leggi unificatrici :
x) uniformare moneta e misura, amministrazione,dogane,sanità,sicurezza (piemontesizzazione) ;
x)lo stato si accolla il debito pubblico di tutte le regioni
x)politica di lavori pubblici
x)due anni di scuola elementare obbligatoria
x)matrimonio civile : ispirazione al modello napoleonico
x)servizio di leva obbligatorio
x)Spese militari e di guerra
conseguenze :
Forte deficit : si prova a colmarlo vendendo le terre demaniali ed ecclesiastiche, aumento delle tasse indirette e infine nel 1876 la tassa sul macinato.
La questione meridionale : lo stato vende le ex terre borboniche ed ecclesiastiche a piccoli lotti, con la buona intenzione di farle comperare ai contadini, ma questi sono troppo poveri per permettersele, e così queste vengono comperate dai grandi proprietari terrieri e favoriscono l’arricchimento del latifondo. In più, queste terre ormai vendute, vengono recintate, togliendo così pascoli agli allevatori. Ci vorrebbero molti soldi per risanare il territorio.
Il brigantaggio : nasce nel 1861 come espressione del disagio della società. L’unificazione portò la delusione per il problema irrisolto delle terre e fu traumatico l’impatto del meridione con l’economia progredita del nord, che portò fallimenti, crisi e disoccupazione. Protesta contro il pesante prelievo fiscale e contro la leva obbligatoria . Fomentazione da parte dei borbone e del papa per trasformare questa rivolta in guerra legittimistica = presa dal governo italiano come guerra = inviato un esercito per fermare il fenomeno = problema risolto senza risolvere le cause : il problema torna nel 66-67 con la vendita dei beni ecclesiastici.
Terza guerra d’indipendenza, liberazione del veneto e di roma
Nel 1866 l’Austria offre il veneto in cambio della neutralità dell’Italia nella guerra austro-prussiana : rifiutato per onore militare.
Bismarck propone all’Italia una lega Anti-Asburgica : l’italia perde a Custoza e a Lissa ma la Prussia vince a Sadova e quindi avviene la cessione del veneto tramite Napoleone III (Pace di Praga - guerra franco – prussiana).
Il ministro Rattazzi (amico di Garibaldi) incoraggia l’iniziativa di Garibaldi per liberare Roma = ultimatum di Napoleone III = governo italiano costretto a fermare Garibaldi con l’esercito = Rattazzi si deve dimettere (inimicizia del popolo + brigantaggio ) = convenzione di settembre : no attacchi allo stato pontificio + spostamento della capitale da Torino a Firenze.
Napoleone III viene sconfitto a Sedan, l’Italia si sente sciolta dalle convenzioni di settembre. Estremo tentativo diplomatico del Papa = il 20 settembre 1870 : breccia di porta Pia e plebiscito per l’annessione di Roma all’Italia.
1871 legge delle guarentigie per regolare il rapporto stato-chiesa:
- Regolazione militare (il papa la sente come un Diktat e si proclama prigioniero dello stato italiano e raccomanda ai cattolici italiani di non partecipare alla vita politica del paese –non expedit-)
- Libero esercizio dei poteri spirituali
- Disponibilità dei palazzi vaticani, laterano e castel gandolfo
- 3.255.000 £ per il mantenimento della corte papale.
1848-1849 = prima guerra d’indipendenza (nessun risultato)
1859 = seconda guerra d’indipendenza (si ottiene l’Italia centrale)
1860 = spedizione dei Mille (si ottiene l’Italia meridionale)
1866 = terza guerra d’indipendenza (non si ottiene niente con la guerra, ma poi tramite le vittorie della Prussia si annette il veneto)
1870 = annessione di Roma
1915-1918 = prima guerra mondiale
Seconda guerra d’indipendenza
Perché il Piemonte prende l’iniziativa?
1) È l’unico stato che non è dipendente dalle grandi potenze;
2) La dominazione straniera (austriaca) e le dogane,le monete e le misure diverse non permettevano lo sviluppo economico;
3) Voleva espandere il dominio dei Savoia;
4) Il Piemonte era già avanzato grazie a Cavour ( “le riforme fatte a tempo evitano le rivoluzioni” )
Con gli accordi di Plombières del 1859 il Piemonte si allea con la Francia (Napoleone III contro l’Austria) -->in cambio Savoia, Nizza e principi francesi in Italia.
Si crea un governo provvisorio dopo un’insurrezione a Firenze.
Fattore imprevisto : guerra regia e guerra di popolo. Insurrezioni popolari insieme alla guerra regia (Toscana ed Emilia chiedono l’annessione) e a Napoleone non va bene.
11 LUGLIO 1859 = armistizio di Villafranca tra Austria e Francia = Lombardia al Piemonte + ritorno dei sovrani spodestati nel centro Italia + dimissioni Cavour.
La spedizione dei mille
Il Piemonte non poteva attaccare (no casus belli)
Regno delle due Sicilie : rivolta popolare contro i Borbone : Garibaldi raccoglie 1000 volontari e va ad aiutarli (parte da Quarto e sbarca a Marsala). I Borbone scappano a Gaeta.
Cavour convince Napoleone ad accettare l’intervento Piemontese nelle terre pontificie per fermare Garibaldi (motivazione ufficiale : ripristinare l’ordine )
Mazzini avrebbe voluto convocare in Roma liberata un’assemblea costituente.
Garibaldi incontra l’esercito Piemontese a Teano e consegna l’Italia meridionale al Re (soluzione più praticabile : decisione già presa con i plebisciti --> Mazzini deluso e Garibaldini mandati a casa. Garibaldi si ritira.)
1861 : il parlamento proclama Vittorio Emanuele II re d’Italia. (continuità dinastica)
Piemontesizzazione : estensione a tutto il regno d’Italia dello statuto Albertino, della legislazione piemontese, della stessa moneta e misura, tutti i condottieri, i ministri e i funzionari erano piemontesi (rimarrà così fino alla prima guerra mondiale)
L’Italia dopo l’unità
-il 70% degli Italiani vive grazie all’agricoltura (molto arretrata);
- l’industria è anch’essa arretrata e dipende dall’estero per la mancanza, sul suolo italiano, delle materie prime;
- non c’era un mercato unitario;
- rete ferroviaria scarsa;
- Analfabetismo : frammentazione linguistica e Italiano per pochi.
Cavour :
Rottura con il movimento garibaldino -> tutti licenziati
Chiesa ->libera chiesa in libero stato ->Roma capitale attraverso vie diplomatiche
Pio IX molto conservatore non lo permette; Cavour non riesce a completare la sua opera perché muore nel giugno del 1861.
Le riforme della destra storica
Durante l’unificazione prevale una politica centralistica (che porta instabilità)
Leggi unificatrici :
x) uniformare moneta e misura, amministrazione,dogane,sanità,sicurezza (piemontesizzazione) ;
x)lo stato si accolla il debito pubblico di tutte le regioni
x)politica di lavori pubblici
x)due anni di scuola elementare obbligatoria
x)matrimonio civile : ispirazione al modello napoleonico
x)servizio di leva obbligatorio
x)Spese militari e di guerra
conseguenze :
Forte deficit : si prova a colmarlo vendendo le terre demaniali ed ecclesiastiche, aumento delle tasse indirette e infine nel 1876 la tassa sul macinato.
La questione meridionale : lo stato vende le ex terre borboniche ed ecclesiastiche a piccoli lotti, con la buona intenzione di farle comperare ai contadini, ma questi sono troppo poveri per permettersele, e così queste vengono comperate dai grandi proprietari terrieri e favoriscono l’arricchimento del latifondo. In più, queste terre ormai vendute, vengono recintate, togliendo così pascoli agli allevatori. Ci vorrebbero molti soldi per risanare il territorio.
Il brigantaggio : nasce nel 1861 come espressione del disagio della società. L’unificazione portò la delusione per il problema irrisolto delle terre e fu traumatico l’impatto del meridione con l’economia progredita del nord, che portò fallimenti, crisi e disoccupazione. Protesta contro il pesante prelievo fiscale e contro la leva obbligatoria . Fomentazione da parte dei borbone e del papa per trasformare questa rivolta in guerra legittimistica = presa dal governo italiano come guerra = inviato un esercito per fermare il fenomeno = problema risolto senza risolvere le cause : il problema torna nel 66-67 con la vendita dei beni ecclesiastici.
Terza guerra d’indipendenza, liberazione del veneto e di roma
Nel 1866 l’Austria offre il veneto in cambio della neutralità dell’Italia nella guerra austro-prussiana : rifiutato per onore militare.
Bismarck propone all’Italia una lega Anti-Asburgica : l’italia perde a Custoza e a Lissa ma la Prussia vince a Sadova e quindi avviene la cessione del veneto tramite Napoleone III (Pace di Praga - guerra franco – prussiana).
Il ministro Rattazzi (amico di Garibaldi) incoraggia l’iniziativa di Garibaldi per liberare Roma = ultimatum di Napoleone III = governo italiano costretto a fermare Garibaldi con l’esercito = Rattazzi si deve dimettere (inimicizia del popolo + brigantaggio ) = convenzione di settembre : no attacchi allo stato pontificio + spostamento della capitale da Torino a Firenze.
Napoleone III viene sconfitto a Sedan, l’Italia si sente sciolta dalle convenzioni di settembre. Estremo tentativo diplomatico del Papa = il 20 settembre 1870 : breccia di porta Pia e plebiscito per l’annessione di Roma all’Italia.
1871 legge delle guarentigie per regolare il rapporto stato-chiesa:
- Regolazione militare (il papa la sente come un Diktat e si proclama prigioniero dello stato italiano e raccomanda ai cattolici italiani di non partecipare alla vita politica del paese –non expedit-)
- Libero esercizio dei poteri spirituali
- Disponibilità dei palazzi vaticani, laterano e castel gandolfo
- 3.255.000 £ per il mantenimento della corte papale.
GUERRA FREDDA
Fu definita guerra fredda la contrapposizione che venne a crearsi alla fine della seconda guerra mondiale tra due blocchi internazionali, generalmente categorizzati come Occidente (gli Stati Uniti d'America, gli alleati della NATO e i Paesi amici) e Oriente, o più spesso blocco comunista (l'Unione Sovietica, gli alleati del Patto di Varsavia e i Paesi amici).
Tale tensione, durata circa mezzo secolo, pur non concretizzandosi mai in un conflitto militare diretto (la disponibilità di armi nucleari per entrambe le parti avrebbe irreparabilmente distrutto l'intero pianeta), si sviluppò nel corso degli anni su vari campi: militare, spaziale, ideologico, psicologico, tecnologico, sportivo.
Il termine fu introdotto nel 1947 dal consigliere presidenziale Bernard Baruch e dal giornalista Walter Lippmann per descrivere l'emergere delle tensioni tra due alleati della seconda guerra mondiale.[1]
La fase più critica e potenzialmente pericolosa della guerra fredda fu quella compresa fra gli anni cinquanta e settanta. Già dai primi anni ottanta i due blocchi avviarono un graduale processo di distensione e disarmo; tuttavia la fine di questo periodo storico viene convenzionalmente fatta coincidere con la caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989).
Negli anni cinquanta, la popolazione civile in America venne costretta ad esercitazioni contro i raid aerei ed incoraggiata a costruirsi dei rifugi antiatomici personali. Questo atteggiamento di paura raggiunse i livelli più alti durante la crisi missilistica di Cuba, risolta in extremis da Kennedy (poi assassinato) e Chrušcëv (successivamente sostituito e ritiratosi a vita privata) e col passare degli anni svanì; comunque, la consapevolezza della guerra e delle sue potenziali conseguenze fu una costante. Le indicazioni per i rifugi nei grossi edifici, le proteste sul posizionamento di missili nucleari a corto raggio in Germania, Cuba e Turchia, lo spesso citato orologio dell'apocalisse nucleare, le fotografie di cadaveri impigliati nel filo spinato del Muro di Berlino, cosi come film tipo Wargames - Giochi di guerra, Alba rossa e The Day After - Il giorno dopo mantennero alta la consapevolezza.
La principale conseguenza diretta del particolare clima creatosi negli Stati Uniti con la guerra fredda, fu il cosiddetto Maccartismo, una serie di inchieste politico-giudiziarie svoltesi fra gli anni 'quaranta e cinquanta, tese a colpire qualunque possibile "influenza comunista" negli apparati dello stato, e persino nei comportamenti di singoli individui. Tali inchieste, condotte spesso anche in palese contrasto con i principi costituzionali e giuridici statunitensi, colpirono numerosi soggetti, in molti casi soltanto sulla base di un semplice sospetto.
Fra di essi vi furono anche famosi personaggi della cultura e dello spettacolo, tanto che la paura di incappare nelle maglie delle inchieste anticomuniste finì per condizionare anche le scelte artistiche di scrittori, registi e produttori cinematografici che, salvo eccezioni, dovettero sempre tenersi, in quegli anni, su una linea "politicamente corretta". Il maccartismo fu figlio del clima di tensione e paura creatosi a partire dai tardi anni quaranta, ma certamente, con i suoi processi accusatori e la sua caccia spesso immotivata al traditore, finì per essere al tempo stesso moltiplicatore di tale clima di paura, grazie anche alla risonanza che tali vicende avevano presso i mass media.
La guerra fredda ispirò molte case cinematografiche e molti scrittori, risultando in un enorme numero di libri e film, alcuni più fantasiosi (come la serie dedicata a James Bond), altri più realistici e dettagliati; in particolare Tom Clancy, e più tardi con ancora maggiore realismo tecnico e politico il britannico John Le Carré, furono maestri nel descrivere vividamente gli agenti segreti e la guerra di spionaggio che avveniva sotto la superficie.
Tale tensione, durata circa mezzo secolo, pur non concretizzandosi mai in un conflitto militare diretto (la disponibilità di armi nucleari per entrambe le parti avrebbe irreparabilmente distrutto l'intero pianeta), si sviluppò nel corso degli anni su vari campi: militare, spaziale, ideologico, psicologico, tecnologico, sportivo.
Il termine fu introdotto nel 1947 dal consigliere presidenziale Bernard Baruch e dal giornalista Walter Lippmann per descrivere l'emergere delle tensioni tra due alleati della seconda guerra mondiale.[1]
La fase più critica e potenzialmente pericolosa della guerra fredda fu quella compresa fra gli anni cinquanta e settanta. Già dai primi anni ottanta i due blocchi avviarono un graduale processo di distensione e disarmo; tuttavia la fine di questo periodo storico viene convenzionalmente fatta coincidere con la caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989).
Negli anni cinquanta, la popolazione civile in America venne costretta ad esercitazioni contro i raid aerei ed incoraggiata a costruirsi dei rifugi antiatomici personali. Questo atteggiamento di paura raggiunse i livelli più alti durante la crisi missilistica di Cuba, risolta in extremis da Kennedy (poi assassinato) e Chrušcëv (successivamente sostituito e ritiratosi a vita privata) e col passare degli anni svanì; comunque, la consapevolezza della guerra e delle sue potenziali conseguenze fu una costante. Le indicazioni per i rifugi nei grossi edifici, le proteste sul posizionamento di missili nucleari a corto raggio in Germania, Cuba e Turchia, lo spesso citato orologio dell'apocalisse nucleare, le fotografie di cadaveri impigliati nel filo spinato del Muro di Berlino, cosi come film tipo Wargames - Giochi di guerra, Alba rossa e The Day After - Il giorno dopo mantennero alta la consapevolezza.
La principale conseguenza diretta del particolare clima creatosi negli Stati Uniti con la guerra fredda, fu il cosiddetto Maccartismo, una serie di inchieste politico-giudiziarie svoltesi fra gli anni 'quaranta e cinquanta, tese a colpire qualunque possibile "influenza comunista" negli apparati dello stato, e persino nei comportamenti di singoli individui. Tali inchieste, condotte spesso anche in palese contrasto con i principi costituzionali e giuridici statunitensi, colpirono numerosi soggetti, in molti casi soltanto sulla base di un semplice sospetto.
Fra di essi vi furono anche famosi personaggi della cultura e dello spettacolo, tanto che la paura di incappare nelle maglie delle inchieste anticomuniste finì per condizionare anche le scelte artistiche di scrittori, registi e produttori cinematografici che, salvo eccezioni, dovettero sempre tenersi, in quegli anni, su una linea "politicamente corretta". Il maccartismo fu figlio del clima di tensione e paura creatosi a partire dai tardi anni quaranta, ma certamente, con i suoi processi accusatori e la sua caccia spesso immotivata al traditore, finì per essere al tempo stesso moltiplicatore di tale clima di paura, grazie anche alla risonanza che tali vicende avevano presso i mass media.
La guerra fredda ispirò molte case cinematografiche e molti scrittori, risultando in un enorme numero di libri e film, alcuni più fantasiosi (come la serie dedicata a James Bond), altri più realistici e dettagliati; in particolare Tom Clancy, e più tardi con ancora maggiore realismo tecnico e politico il britannico John Le Carré, furono maestri nel descrivere vividamente gli agenti segreti e la guerra di spionaggio che avveniva sotto la superficie.
SECONDA GUERRA MONDIALE
La seconda guerra mondiale è il conflitto che tra il 1939 e il 1945 ha visto confrontarsi da un lato le potenze dell'Asse e dall'altro i paesi alleati. Viene definito «mondiale» in quanto, così come già accaduto per la Grande Guerra, vi parteciparono nazioni di tutti i continenti e le operazioni belliche interessarono gran parte del pianeta.
Ebbe inizio il 1º settembre 1939 con l'invasione della Polonia da parte della Germania; terminò, nel teatro europeo, l'8 maggio 1945 con la resa tedesca e, nel teatro asiatico, il successivo 2 settembre con la resa dell'Impero giapponese a seguito dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.
È considerato il più grande conflitto armato della storia, e costò all'umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri per un totale di 55 milioni di morti. Le popolazioni civili si trovarono, infatti, direttamente coinvolte nel conflitto a causa dell'utilizzo di armi sempre più potenti e distruttive, spesso deliberatamente indirizzate contro obiettivi non militari. Nel corso della guerra si consumò anche la tragedia dell'Olocausto perpetrata dai nazisti nei confronti degli ebrei.
Al termine del conflitto si instaurò un nuovo ordine mondiale, fondato sulla contrapposizione, nota come "guerra fredda", tra Stati Uniti ed Unione Sovietica, mentre l'Europa, ridotta ad un cumulo di macerie, proseguendo l'involuzione iniziata con il primo conflitto mondiale, perse definitivamente la propria egemonia sul pianeta.
L'inizio della guerra viene indicato da gran parte della storiografia nel 1º settembre del 1939. Quel giorno la Germania invase la Polonia, provocando, il successivo 3 settembre, la dichiarazione di guerra di Gran Bretagna e Francia, legate da un patto di alleanza con i polacchi e ormai decise a frenare l'aggressività tedesca. Il 17 settembre, sulla base degli accordi stabiliti dal Patto Molotov-Ribbentrop, l'Unione Sovietica invase a sua volta la Polonia, occupandone la parte orientale.
Altre periodizzazioni, meno tradizionali, fanno risalire concretamente l'inizio del conflitto con eventi bellici precedenti scatenati dalle tre Potenze del successivo Patto Tripartito: l'aggressione italiana all'Etiopia, la guerra di Spagna o l'attacco giapponese alla Cina.
Con il Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943 venne reso pubblico l'armistizio di Cassibile: il Regno d'Italia fu la prima, fra le potenze maggiori, ad abbandonare il campo (più precisamente, l'Italia dichiarerà guerra, il 13 ottobre del 1943, all'ex alleato tedesco).
Il 23 agosto del 1944 venne arrestato Ion Antonescu, conducator della Romania. Sette giorni dopo, la Romania dichiarò guerra alla Germania. L'armistizio, per lo più dettato dai sovietici, fu firmato dai rumeni il 12 settembre. Il colpo di stato ai danni di Antonescu, secondo alcuni[121], potrebbe aver accorciato la seconda guerra mondiale di circa sei mesi, rendendo più rapida l'avanzata sovietica.
Il 17 agosto 1944 Pierre Laval diede le dimissioni da capo del governo della Francia di Vichy, mentre tre giorni dopo Philippe Pétain venne condotto in Germania, pressoché prigioniero dei tedeschi. La liberazione di Parigi (25 agosto) segnò la fine dell'operazione Overlord.
Il 4 settembre 1944, la Finlandia pattuì con i sovietici un cessate il fuoco. Il 19 settembre le due parti firmarono l'armistizio di Mosca, che pose fine alla "guerra di continuazione". Tra gli accordi, l'impegno dei finlandesi a scacciare tutti i nazisti presenti in patria: la Finlandia dichiarò guerra alla Germania il 28 settembre, impegnandosi contro di essa nella guerra di Lapponia.
Il 15 ottobre 1944 Miklós Horthy, capo provvisorio dello stato ungherese, avviò colloqui di resa coi sovietici; venne arrestato e sostituito da Ferenc Szálasi. Il 4 aprile 1945 si conclusero ufficialmente le operazioni sovietiche per scacciare i nazisti dall'Ungheria.
Il 6 aprile 1945 gli alleati danno inizio all'offensiva di primavera nell'Italia settentrionale con l'obbiettivo di liberare tutto il nord Italia dall'occupazione nazista e far crollare il regime della Repubblica Sociale Italiana.
Il 25 aprile 1945 i partigiani italiani liberarono Milano e Torino. La fine della Repubblica di Salò venne sancita da Benito Mussolini: militari e civili vennero sollevati dal vincolo di giuramento. Mussolini venne fucilato il 28 aprile. La sconfitta ufficiale dell'RSI avvenne il 29 aprile, mentre il dispositivo della resa di Caserta entrò in vigore il 2 maggio.
Il 7 maggio 1945 Alfred Jodl firmò la resa incondizionata delle forze armate tedesche a Reims, di fronte ai rappresentanti militari degli Alleati occidentali. Il giorno dopo finì formalmente la guerra in Europa. Le forze dell'Impero giapponese si ritirarono ovunque ma non si arresero.
L'8 maggio 1945 Wilhelm Keitel firmò la resa definitiva della Wehrmacht a Berlino di fronte ai capi militari dell'Armata Rossa.
Il 6 agosto 1945 il quadrimotore B-29 Enola Gay sganciò una bomba atomica sulla città di Hiroshima (Giappone). Il 9 agosto un secondo ordigno nucleare fu sganciato su Nagasaki. Il 15 agosto l'imperatore Hiro Hito annunciò la resa incondizionata del Giappone, ponendo fine alla guerra.
Ebbe inizio il 1º settembre 1939 con l'invasione della Polonia da parte della Germania; terminò, nel teatro europeo, l'8 maggio 1945 con la resa tedesca e, nel teatro asiatico, il successivo 2 settembre con la resa dell'Impero giapponese a seguito dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.
È considerato il più grande conflitto armato della storia, e costò all'umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri per un totale di 55 milioni di morti. Le popolazioni civili si trovarono, infatti, direttamente coinvolte nel conflitto a causa dell'utilizzo di armi sempre più potenti e distruttive, spesso deliberatamente indirizzate contro obiettivi non militari. Nel corso della guerra si consumò anche la tragedia dell'Olocausto perpetrata dai nazisti nei confronti degli ebrei.
Al termine del conflitto si instaurò un nuovo ordine mondiale, fondato sulla contrapposizione, nota come "guerra fredda", tra Stati Uniti ed Unione Sovietica, mentre l'Europa, ridotta ad un cumulo di macerie, proseguendo l'involuzione iniziata con il primo conflitto mondiale, perse definitivamente la propria egemonia sul pianeta.
L'inizio della guerra viene indicato da gran parte della storiografia nel 1º settembre del 1939. Quel giorno la Germania invase la Polonia, provocando, il successivo 3 settembre, la dichiarazione di guerra di Gran Bretagna e Francia, legate da un patto di alleanza con i polacchi e ormai decise a frenare l'aggressività tedesca. Il 17 settembre, sulla base degli accordi stabiliti dal Patto Molotov-Ribbentrop, l'Unione Sovietica invase a sua volta la Polonia, occupandone la parte orientale.
Altre periodizzazioni, meno tradizionali, fanno risalire concretamente l'inizio del conflitto con eventi bellici precedenti scatenati dalle tre Potenze del successivo Patto Tripartito: l'aggressione italiana all'Etiopia, la guerra di Spagna o l'attacco giapponese alla Cina.
Con il Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943 venne reso pubblico l'armistizio di Cassibile: il Regno d'Italia fu la prima, fra le potenze maggiori, ad abbandonare il campo (più precisamente, l'Italia dichiarerà guerra, il 13 ottobre del 1943, all'ex alleato tedesco).
Il 23 agosto del 1944 venne arrestato Ion Antonescu, conducator della Romania. Sette giorni dopo, la Romania dichiarò guerra alla Germania. L'armistizio, per lo più dettato dai sovietici, fu firmato dai rumeni il 12 settembre. Il colpo di stato ai danni di Antonescu, secondo alcuni[121], potrebbe aver accorciato la seconda guerra mondiale di circa sei mesi, rendendo più rapida l'avanzata sovietica.
Il 17 agosto 1944 Pierre Laval diede le dimissioni da capo del governo della Francia di Vichy, mentre tre giorni dopo Philippe Pétain venne condotto in Germania, pressoché prigioniero dei tedeschi. La liberazione di Parigi (25 agosto) segnò la fine dell'operazione Overlord.
Il 4 settembre 1944, la Finlandia pattuì con i sovietici un cessate il fuoco. Il 19 settembre le due parti firmarono l'armistizio di Mosca, che pose fine alla "guerra di continuazione". Tra gli accordi, l'impegno dei finlandesi a scacciare tutti i nazisti presenti in patria: la Finlandia dichiarò guerra alla Germania il 28 settembre, impegnandosi contro di essa nella guerra di Lapponia.
Il 15 ottobre 1944 Miklós Horthy, capo provvisorio dello stato ungherese, avviò colloqui di resa coi sovietici; venne arrestato e sostituito da Ferenc Szálasi. Il 4 aprile 1945 si conclusero ufficialmente le operazioni sovietiche per scacciare i nazisti dall'Ungheria.
Il 6 aprile 1945 gli alleati danno inizio all'offensiva di primavera nell'Italia settentrionale con l'obbiettivo di liberare tutto il nord Italia dall'occupazione nazista e far crollare il regime della Repubblica Sociale Italiana.
Il 25 aprile 1945 i partigiani italiani liberarono Milano e Torino. La fine della Repubblica di Salò venne sancita da Benito Mussolini: militari e civili vennero sollevati dal vincolo di giuramento. Mussolini venne fucilato il 28 aprile. La sconfitta ufficiale dell'RSI avvenne il 29 aprile, mentre il dispositivo della resa di Caserta entrò in vigore il 2 maggio.
Il 7 maggio 1945 Alfred Jodl firmò la resa incondizionata delle forze armate tedesche a Reims, di fronte ai rappresentanti militari degli Alleati occidentali. Il giorno dopo finì formalmente la guerra in Europa. Le forze dell'Impero giapponese si ritirarono ovunque ma non si arresero.
L'8 maggio 1945 Wilhelm Keitel firmò la resa definitiva della Wehrmacht a Berlino di fronte ai capi militari dell'Armata Rossa.
Il 6 agosto 1945 il quadrimotore B-29 Enola Gay sganciò una bomba atomica sulla città di Hiroshima (Giappone). Il 9 agosto un secondo ordigno nucleare fu sganciato su Nagasaki. Il 15 agosto l'imperatore Hiro Hito annunciò la resa incondizionata del Giappone, ponendo fine alla guerra.
VIDEOCLIP
Il videoclip (conosciuto in Italia anche come video musicale o anche semplicemente video o clip) è un breve filmato prodotto a scopo promozionale per un brano musicale, solitamente una canzone presente in tutta la lunghezza del video.
In alcune parti del mondo, come in Giappone, è anche detto promotional video, abbreviato in PV.
I videoclip utilizzano differenti forme stilistiche ed espressive per commentare visivamente il brano musicale: molti di essi si compongono della semplice riproduzione filmica del cantante o del gruppo musicale che eseguono il brano; altri creano minifilm con trama (recitati talvolta dagli stessi componenti del gruppo) oppure non narrativi e si possono avvalere di sequenze animate o di immagini documentaristiche.
La pratica di abbinamento di immagini filmate a brani musicali risale sin dagli anni cinquanta, ma il videoclip diviene molto popolare a partire dall'inizio degli anni ottanta con la nascita delle prime televisioni con palinsesto interamente musicale.
In alcune parti del mondo, come in Giappone, è anche detto promotional video, abbreviato in PV.
I videoclip utilizzano differenti forme stilistiche ed espressive per commentare visivamente il brano musicale: molti di essi si compongono della semplice riproduzione filmica del cantante o del gruppo musicale che eseguono il brano; altri creano minifilm con trama (recitati talvolta dagli stessi componenti del gruppo) oppure non narrativi e si possono avvalere di sequenze animate o di immagini documentaristiche.
La pratica di abbinamento di immagini filmate a brani musicali risale sin dagli anni cinquanta, ma il videoclip diviene molto popolare a partire dall'inizio degli anni ottanta con la nascita delle prime televisioni con palinsesto interamente musicale.
PUBBLICITA'
Con il termine pubblicità si intende quella forma di comunicazione a pagamento, diffusa su iniziativa di operatori economici (attraverso mezzi come la televisione, la radio, i giornali, le affissioni, la posta, Internet), che tende in modo intenzionale e sistematico a influenzare gli atteggiamenti e le scelte degli individui in relazione al consumo di beni e all’utilizzo di servizi.
Innanzitutto fra lo stimolo e la risposta c’è una persona che pensa, che ha un suo modo di reagire ai tentativi di persuasione, che ha un suo modo di percepire la pubblicità, che ha le sue motivazioni nei confronti del prodotto reclamizzato, e che ha i suoi atteggiamenti nei confronti della marca in discussione. Più in generale che ha una propria personalità e che reagisce alla pubblicità in base ai tratti di tale personalità.[1]
Un altro elemento ad avere un rilievo importante è rappresentato dalla fonte dello stimolo, da chi proviene il messaggio, ovvero il mittente. In particolare, nel caso specifico della comunicazione pubblicitaria, è possibile ipotizzare tre principali categorie di fonti che possono interferire sul messaggio che comunicano:[1]
Innanzitutto fra lo stimolo e la risposta c’è una persona che pensa, che ha un suo modo di reagire ai tentativi di persuasione, che ha un suo modo di percepire la pubblicità, che ha le sue motivazioni nei confronti del prodotto reclamizzato, e che ha i suoi atteggiamenti nei confronti della marca in discussione. Più in generale che ha una propria personalità e che reagisce alla pubblicità in base ai tratti di tale personalità.[1]
Un altro elemento ad avere un rilievo importante è rappresentato dalla fonte dello stimolo, da chi proviene il messaggio, ovvero il mittente. In particolare, nel caso specifico della comunicazione pubblicitaria, è possibile ipotizzare tre principali categorie di fonti che possono interferire sul messaggio che comunicano:[1]
lunedì 2 maggio 2011
MUSICA DEL NOVECENTO
La musica esiste da tempi molto antichi, sicuramente da prima ancora che ne rimanesse traccia storica. Non c'è stata civiltà che prima o poi non abbia sviluppato un proprio sistema musicale, o che non ne abbia adottato uno, seppure adattandolo alle sue necessità e ai suoi gusti.
La parola musica deriva dalla parola greca moysa, "musa". L'idea occidentale di musica è quindi generalmente collegata alle muse, e in questo senso alludeva ad ogni scienza ed arte che risveglia l'idea di cosa perfetta, gradevole e ben ordinata.
In seguito alla crisi del sistema tonale, a cavallo tra Ottocento e Novecento si avvia una frenetica ricerca di nuovi codici linguistici su cui basare la composizione musicale. Le soluzioni proposte sono diverse: dal ritorno alla modalità, all'adozione di nuove scale, di derivazione extraeuropea, come quella per toni interi (proposta per primo da Claude Debussy), al cromatismo atonale e poi dodecafonico che tende a scardinare la tradizionale dualità di consonanza/dissonanza.
In particolare, nel secondo decennio Arnold Schönberg, assieme ai suoi allievi, tra cui si ricordano Alban Berg e Anton Webern, giunge a delineare un nuovo sistema, noto come "dodecafonia", basato su serie di 12 note. Alcuni ritennero questo l'inizio della musica contemporanea, spesso identificata con la musica d'avanguardia: altri dissentirono vivamente, cercando altre strade. Il concetto di serie, inizialmente legato ai soli intervalli musicali, si svilupperà nel corso del secondo Novecento sino a coinvolgere tutti i parametri del suono. È questa la fase del serialismo, il cui vertice fu raggiunto negli anni cinquanta con musicisti come Pierre Boulez e John Cage.
Altri musicisti - e tra gli altri Igor Stravinsky, Bela Bartok e Maurice Ravel - scelsero di cercare nuova ispirazione nelle tradizioni folkloriche e nella musica extraeuropea, mantenendo un legame con il sistema tonale, ma innovandone profondamente l'organizzazione e sperimentando nuove scale, ritmi e timbri.
Parallelamente al versante colto, che in realtà si estende molto al di là dei confini tracciati dalla musica seriale, nel Novecento assunsero grande importanza i generi musicali popolari, cui i mezzi di comunicazione di massa consentirono una diffusione senza precedenti.
All'inizio del XX secolo la musica occidentale è dunque ormai profondamente cambiata, e scossa fin dalle fondamenta. Non solo, ma cambiano anche, grazie alle invenzioni relativamente recenti della radio e del fonografo, i modi e i tempi di ascolto della musica stessa, prima limitati a concerti in locali appositamente adibiti, come teatri, locali, club o case private. Da una parte inizia a crearsi un pubblico potenziale più vasto e meno acculturato, che apprezza strutture melodiche e armoniche più semplici, dall'altra mai come in questo periodo storico è stato facile, per chi volesse suonare, procurarsi uno strumento e imparare a usarlo.
A questo si deve aggiungere una seconda rivoluzione, anche questa tecnologica: l'invenzione dell'altoparlante e dell'amplificazione audio, che permette di far suonare assieme strumenti che non potrebbero farlo altrimenti (come per esempio una chitarra, una batteria di tamburi e un pianoforte), perché il suono di alcuni di essi prevaricherebbe completamente gli altri.
Queste nuove possibilità tecniche crearono l'occasione per nuovi veicoli espressivi che la musica colta tardò a cogliere e che la nuova musica popolare non ebbe alcun problema ad adottare, creando, tra il 1920 fino al 1980 e in misura minore negli anni successivi, una grande fioritura di nuovi stili e generi (quali jazz, blues, rock, soul, pop, funky, metal, fusion, ognuno dei quali si è suddiviso in ulteriori sottogeneri). Nascono così personaggi che diventano autentici fenomeni mediatici raggiungendo una popolarità senza precedenti. Fra questi si possono citare Frank Sinatra, Elvis Presley, The Beatles e Michael Jackson. Gli stessi fattori, assieme alle mutate condizioni sociali ed economiche del mondo occidentale, fanno assumere estrema rilevanza agli aspetti commerciali del fenomeno musicale (aspetti che avevano iniziato ad emergere già nel secolo precedente): nel XX secolo la richiesta popolare di musica fa nascere, in occidente e nel resto del mondo, una vera e propria industria musicale di dimensioni e risorse gigantesche.
[modifica] Il jazz e il blues Per approfondire, vedi le voci Musica jazz e Blues.
Louis Armstrong negli anni trentaAll'inizio del 1900, negli Stati Uniti d'America, iniziano a diffondersi tra la popolazione urbana diversi generi musicali derivati dalle tradizioni popolari degli africani portati come schiavi sul continente, e dalle loro contaminazioni con le tradizioni musicali bianche.
Nascono e acquistano notorietà in questo modo il ragtime, il blues urbano (derivato dal cosiddetto blues primitivo che veniva cantato nelle campagne), e da ultimo, il jazz, che combinava la musica bandistica e da parata, che veniva suonata soprattutto a New Orleans, con forti dosi d'improvvisazione e con particolari caratteristiche ritmiche e stilistiche.
L'invenzione del fonografo, prima, e della radio, poi, permise una diffusione senza precedenti di questi nuovi generi musicale, che erano spesso interpretati da musicisti autodidatti molto più legati ad una tradizione musicale orale che non alla letteratura musicale. Questo fatto, le origini non europee degli interpreti, e il citato ricorso all'improvvisazione, contribuirono a creare musiche di grande freschezza e vitalità. Al contrario di quello che era successo tante volte nella storia della musica, la tecnologia offriva ora ad una musica popolare fondata più sulla pratica che sulla scrittura di essere trasmessa e tramandata, piuttosto che dimenticata.
La musica jazz continuò a svilupparsi per tutto il XX secolo, diventando prima musica di larghissimo consumo durante gli venti e 30 (detti anche gli anni dello swing), intrecciandosi con altri generi per dare vita a forme di espressione musicale ancora diverse (la più commercialmente rilevante delle quali fu il rock) ed evolvendosi poi gradatamente in una "musica per musicisti" e per appassionati (quando non per elite) espandendosi fuori dall'America e trovando seguaci prima in Europa (dove fu spesso apprezzata più che nel suo luogo di nascita) e poi in tutto il mondo, e diventando uno dei contributi musicali più importanti del Nuovo Continente.
[modifica] Il rock Per approfondire, vedi la voce Rock and roll.
Il rock è la dizione abbreviata di "rock and roll" o "rock'n'roll", e da quando si affermò questa espressione abbreviata si svilupparono vari sottogeneri che enfatizzavano gli aspetti più aggressivi del rock'n'roll. La parola rock si iniziò a leggere come "roccia", e in espressioni come Hard Rock cioè "roccia dura". Il rock'n'roll nacque negli anni cinquanta come musica da ballare, derivato dal boogie-woogie, ballo afro-americano del dopo guerra, infatti, sta proprio per "ondeggia e ruota". Quando rock e rock'n'roll si differenziarono, cioè da quando appunto non furono più sinonimi, la seconda espressione venne intesa come forma originaria di questo genere di musica. Storicamente un gruppo, o una band è formata da una voce, una o più chitarre, il basso e la batteria, spesso con l'inserimento di pianoforte o sassofono. Negli anni settanta, soprattutto in Inghilterra, si affacciarono personaggi come i Pink Floyd, Arthur Brown e Soft Machine pronti a spaziare e a raggiungere nuove melodie musicalmente più complesse rispetto a quelle del rock primitivo per iniziare a dare vita a una rivoluzione. In questa rivoluzione fu coinvolta anche la tecnologia, che con il sintetizzatore, il moog, il mellotron iniziarono a dare vita a forme compositive sempre più complesse e a sonorità completamente innovative. Lo sviluppo del rock ha portato alla creazione di sottogeneri anche molto diversi tra di loro, che spaziano dalla ricerca virtuosistica e alla complessità compositiva del progressive, al diretto minimalismo del punk, sottogeneri che spesso si legano alla ricerca identitaria delle diverse culture, giovanili e non.
[modifica] L'heavy metal Per approfondire, vedi la voce Heavy Metal.
L'heavy metal (letteralmente "metallo pesante") è un genere di musica rock derivato dall'hard rock. È caratterizzato da ritmi fortemente aggressivi e da un suono potente, ottenuto attraverso l'enfatizzazione dell'amplificazione e della distorsione delle chitarre, dei bassi, e, spesso, persino delle voci. Le tematiche musicali sono spesso definite come oniriche, rabbiose, violente o tetre.
La parola musica deriva dalla parola greca moysa, "musa". L'idea occidentale di musica è quindi generalmente collegata alle muse, e in questo senso alludeva ad ogni scienza ed arte che risveglia l'idea di cosa perfetta, gradevole e ben ordinata.
In seguito alla crisi del sistema tonale, a cavallo tra Ottocento e Novecento si avvia una frenetica ricerca di nuovi codici linguistici su cui basare la composizione musicale. Le soluzioni proposte sono diverse: dal ritorno alla modalità, all'adozione di nuove scale, di derivazione extraeuropea, come quella per toni interi (proposta per primo da Claude Debussy), al cromatismo atonale e poi dodecafonico che tende a scardinare la tradizionale dualità di consonanza/dissonanza.
In particolare, nel secondo decennio Arnold Schönberg, assieme ai suoi allievi, tra cui si ricordano Alban Berg e Anton Webern, giunge a delineare un nuovo sistema, noto come "dodecafonia", basato su serie di 12 note. Alcuni ritennero questo l'inizio della musica contemporanea, spesso identificata con la musica d'avanguardia: altri dissentirono vivamente, cercando altre strade. Il concetto di serie, inizialmente legato ai soli intervalli musicali, si svilupperà nel corso del secondo Novecento sino a coinvolgere tutti i parametri del suono. È questa la fase del serialismo, il cui vertice fu raggiunto negli anni cinquanta con musicisti come Pierre Boulez e John Cage.
Altri musicisti - e tra gli altri Igor Stravinsky, Bela Bartok e Maurice Ravel - scelsero di cercare nuova ispirazione nelle tradizioni folkloriche e nella musica extraeuropea, mantenendo un legame con il sistema tonale, ma innovandone profondamente l'organizzazione e sperimentando nuove scale, ritmi e timbri.
Parallelamente al versante colto, che in realtà si estende molto al di là dei confini tracciati dalla musica seriale, nel Novecento assunsero grande importanza i generi musicali popolari, cui i mezzi di comunicazione di massa consentirono una diffusione senza precedenti.
All'inizio del XX secolo la musica occidentale è dunque ormai profondamente cambiata, e scossa fin dalle fondamenta. Non solo, ma cambiano anche, grazie alle invenzioni relativamente recenti della radio e del fonografo, i modi e i tempi di ascolto della musica stessa, prima limitati a concerti in locali appositamente adibiti, come teatri, locali, club o case private. Da una parte inizia a crearsi un pubblico potenziale più vasto e meno acculturato, che apprezza strutture melodiche e armoniche più semplici, dall'altra mai come in questo periodo storico è stato facile, per chi volesse suonare, procurarsi uno strumento e imparare a usarlo.
A questo si deve aggiungere una seconda rivoluzione, anche questa tecnologica: l'invenzione dell'altoparlante e dell'amplificazione audio, che permette di far suonare assieme strumenti che non potrebbero farlo altrimenti (come per esempio una chitarra, una batteria di tamburi e un pianoforte), perché il suono di alcuni di essi prevaricherebbe completamente gli altri.
Queste nuove possibilità tecniche crearono l'occasione per nuovi veicoli espressivi che la musica colta tardò a cogliere e che la nuova musica popolare non ebbe alcun problema ad adottare, creando, tra il 1920 fino al 1980 e in misura minore negli anni successivi, una grande fioritura di nuovi stili e generi (quali jazz, blues, rock, soul, pop, funky, metal, fusion, ognuno dei quali si è suddiviso in ulteriori sottogeneri). Nascono così personaggi che diventano autentici fenomeni mediatici raggiungendo una popolarità senza precedenti. Fra questi si possono citare Frank Sinatra, Elvis Presley, The Beatles e Michael Jackson. Gli stessi fattori, assieme alle mutate condizioni sociali ed economiche del mondo occidentale, fanno assumere estrema rilevanza agli aspetti commerciali del fenomeno musicale (aspetti che avevano iniziato ad emergere già nel secolo precedente): nel XX secolo la richiesta popolare di musica fa nascere, in occidente e nel resto del mondo, una vera e propria industria musicale di dimensioni e risorse gigantesche.
[modifica] Il jazz e il blues Per approfondire, vedi le voci Musica jazz e Blues.
Louis Armstrong negli anni trentaAll'inizio del 1900, negli Stati Uniti d'America, iniziano a diffondersi tra la popolazione urbana diversi generi musicali derivati dalle tradizioni popolari degli africani portati come schiavi sul continente, e dalle loro contaminazioni con le tradizioni musicali bianche.
Nascono e acquistano notorietà in questo modo il ragtime, il blues urbano (derivato dal cosiddetto blues primitivo che veniva cantato nelle campagne), e da ultimo, il jazz, che combinava la musica bandistica e da parata, che veniva suonata soprattutto a New Orleans, con forti dosi d'improvvisazione e con particolari caratteristiche ritmiche e stilistiche.
L'invenzione del fonografo, prima, e della radio, poi, permise una diffusione senza precedenti di questi nuovi generi musicale, che erano spesso interpretati da musicisti autodidatti molto più legati ad una tradizione musicale orale che non alla letteratura musicale. Questo fatto, le origini non europee degli interpreti, e il citato ricorso all'improvvisazione, contribuirono a creare musiche di grande freschezza e vitalità. Al contrario di quello che era successo tante volte nella storia della musica, la tecnologia offriva ora ad una musica popolare fondata più sulla pratica che sulla scrittura di essere trasmessa e tramandata, piuttosto che dimenticata.
La musica jazz continuò a svilupparsi per tutto il XX secolo, diventando prima musica di larghissimo consumo durante gli venti e 30 (detti anche gli anni dello swing), intrecciandosi con altri generi per dare vita a forme di espressione musicale ancora diverse (la più commercialmente rilevante delle quali fu il rock) ed evolvendosi poi gradatamente in una "musica per musicisti" e per appassionati (quando non per elite) espandendosi fuori dall'America e trovando seguaci prima in Europa (dove fu spesso apprezzata più che nel suo luogo di nascita) e poi in tutto il mondo, e diventando uno dei contributi musicali più importanti del Nuovo Continente.
[modifica] Il rock Per approfondire, vedi la voce Rock and roll.
Il rock è la dizione abbreviata di "rock and roll" o "rock'n'roll", e da quando si affermò questa espressione abbreviata si svilupparono vari sottogeneri che enfatizzavano gli aspetti più aggressivi del rock'n'roll. La parola rock si iniziò a leggere come "roccia", e in espressioni come Hard Rock cioè "roccia dura". Il rock'n'roll nacque negli anni cinquanta come musica da ballare, derivato dal boogie-woogie, ballo afro-americano del dopo guerra, infatti, sta proprio per "ondeggia e ruota". Quando rock e rock'n'roll si differenziarono, cioè da quando appunto non furono più sinonimi, la seconda espressione venne intesa come forma originaria di questo genere di musica. Storicamente un gruppo, o una band è formata da una voce, una o più chitarre, il basso e la batteria, spesso con l'inserimento di pianoforte o sassofono. Negli anni settanta, soprattutto in Inghilterra, si affacciarono personaggi come i Pink Floyd, Arthur Brown e Soft Machine pronti a spaziare e a raggiungere nuove melodie musicalmente più complesse rispetto a quelle del rock primitivo per iniziare a dare vita a una rivoluzione. In questa rivoluzione fu coinvolta anche la tecnologia, che con il sintetizzatore, il moog, il mellotron iniziarono a dare vita a forme compositive sempre più complesse e a sonorità completamente innovative. Lo sviluppo del rock ha portato alla creazione di sottogeneri anche molto diversi tra di loro, che spaziano dalla ricerca virtuosistica e alla complessità compositiva del progressive, al diretto minimalismo del punk, sottogeneri che spesso si legano alla ricerca identitaria delle diverse culture, giovanili e non.
[modifica] L'heavy metal Per approfondire, vedi la voce Heavy Metal.
L'heavy metal (letteralmente "metallo pesante") è un genere di musica rock derivato dall'hard rock. È caratterizzato da ritmi fortemente aggressivi e da un suono potente, ottenuto attraverso l'enfatizzazione dell'amplificazione e della distorsione delle chitarre, dei bassi, e, spesso, persino delle voci. Le tematiche musicali sono spesso definite come oniriche, rabbiose, violente o tetre.
PRIMA GUERRA MONDIALE
La prima guerra mondiale (per i contemporanei la Grande guerra) fu il conflitto cominciato il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia a seguito dell'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria, compiuto a Sarajevo (Bosnia Erzegovina) il 28 giugno 1914. L'attentatore fu il nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip, studente affiliato alla Mano Nera. Il conflitto si concluse oltre quattro anni dopo, l'11 novembre 1918, con la resa della Germania.
La prima guerra mondiale vide inizialmente lo scontro degli Imperi centrali di Germania e Austria-Ungheria contro la Serbia, ma in poche settimane il gioco di alleanze formatosi negli ultimi decenni dell'Ottocento tra gli stati europei comportò l'entrata nel conflitto degli stati dell'Intesa e delle rispettive colonie. Negli anni successivi la guerra raggiunse una scala mondiale, con la partecipazione di molte altre nazioni, fra cui l'Impero ottomano, l'Italia, la Romania, il Giappone, gli Stati Uniti e la Grecia, aprendo così altri fronti di combattimento, sia in terra sia sui mari.
Militarmente il conflitto si aprì con l'invasione austro-ungarica della Serbia, e parallelamente, con una fulminea avanzata tedesca in Belgio, Lussemburgo e nel nord della Francia, giungendo a 25 chilometri da Parigi.
L'esercito tedesco fu però bloccato dai francesi sul fiume Marna a pochi chilometri da Parigi, in una battaglia che verrà definita "il miracolo della Marna"[1] e che vanificherà le speranze tedesche di una guerra breve e vittoriosa. A quel punto la guerra sul fronte occidentale si trasformò in una lenta e sanguinosa guerra di posizione, dove, al costo di milioni di morti, il numero degli uomini impiegati e le nuove tecnologie messe in campo dalla Triplice Intesa ebbero la meglio sulla superiore organizzazione militare della Germania.
Ma sanguinoso fu allo stesso modo l'altro fronte principale della guerra, il fronte orientale, combattuto dagli imperi centrali contro l'esercito russo. Anche in questo caso la guerra di movimento, così magistralmente attuata dall'esercito tedesco nelle battaglie di Tannenberg e dei laghi Masuri, si trasformò in una guerra di posizione in grado di mietere milioni di vite.
Determinante per l'esito finale del conflitto mondiale fu, al penultimo anno di guerra, l'ingresso degli Stati Uniti d'America, dell'Impero Giapponese e di innumerevoli altre nazioni che, pur non entrando militarmente a pieno regime nel conflitto, grazie agli aiuti economici dispensati agli alleati, si schierarono tutte contro gli imperi centrali facendo pendere definitivamente l'ago della bilancia già dapprima favorevole agli Stati dell'Intesa.
La guerra si concluse l'11 novembre 1918, quando la Germania, ultima degli Imperi Centrali a combattere, firmò l'armistizio con le forze dell'Intesa. Dopo l'inizio del 1918, infatti, l'impossibilità di continuare la guerra di posizione spinsero gli eserciti tedesco e austro-ungarico a lanciare grandi offensive impegnando tutti i propri uomini, ma vennero fermate. Il numero totale di morti è stato stimato in oltre sedici milioni: alle vittime militari (circa 10 milioni di soldati) vanno aggiunte le vittime civili, dovute non solo agli effetti diretti delle operazioni di guerra, ma anche alla carestia e alle malattie causate dalla guerra, ad esempio in Germania, sottoposta al blocco navale degli alleati, la fame provocò migliaia di morti tra la popolazione civile.
La guerra fu nello stesso tempo l'ultimo conflitto del passato (guerra di trincea e lenta), ma anche il primo grande conflitto in cui si usarono appieno tutti i mezzi moderni, come aeroplani, mezzi corazzati, sommergibili e le armi chimiche, tra cui il gas.
Guerra in trinceaFrancia e Gran Bretagna si trovarono ad affrontare le posizioni tedesche trincerate, dalla Lorena fino alle coste belghe nelle Fiandre[21]. Entrambi gli schieramenti presero posizione, i francesi e i britannici cercando di andare all'attacco, i tedeschi cercando di difendere il territorio da loro occupato. Di conseguenza, le trincee tedesche erano molto meglio costruite di quelle dei loro nemici, dato che quelle anglo-francesi erano pensate solo per essere "temporanee"[27].
Le forze di entrambi gli schieramenti provarono a rompere la situazione di stallo creata dal trinceramento attraverso nuove tecnologie applicate agli armamenti. Il 22 aprile 1915 durante la seconda battaglia di Ypres, i tedeschi (in violazione della Convenzione dell'Aia del 1899) impiegarono per la prima volta sul fronte occidentale gas a base di cloro. Le truppe algerine colpite dal gas subirono gravissime perdite e i sopravvissuti si ritirarono, aprendo così un breccia di 6 chilometri nella linea alleata che consentì ai tedeschi di conquistare Bois-de-Cuisinères. La breccia fu chiusa solo dopo il successivo intervento delle truppe canadesi[28]. Nel corso dei 4 anni della guerra di trincea, nessuno dei due schieramenti si dimostrò in grado di assestare un colpo decisivo all'avversario, per quanto la protratta azione tedesca nella battaglia di Verdun (1916) e il fallimento alleato della primavera successiva, portarono l'esercito francese sull'orlo del collasso, mentre le diserzioni di massa minavano la linea del fronte.
Circa 800.000 soldati dalla Gran Bretagna e dall'Impero britannico si trovavano contemporaneamente sul fronte occidentale: 1.000 battaglioni, ognuno occupante un settore del fronte, dal Belgio fino all'Arne, che operavano su un sistema mensile a quattro stadi, a meno che non ci fosse un'offensiva in corso. Il fronte conteneva quasi 10.000 chilometri di trincee. Ogni battaglione teneva il suo settore per quattro settimane prima di tornare nelle retrovie, quindi nella riserva e infine per una settimana in licenza, spesso nella zona di Poperinge o di Amiens.
I gas tossici e le nuove armiCome in ogni conflitto il settore di ricerca maggiormente sviluppato fu quello bellico, che raggiunse livelli impensabili nel giro di pochi anni. Le nuove armi furono numerose, tutte ugualmente letali.
La mitragliatrice, che consentiva di sparare centinaia di colpi al minuto agevolando molto la difesa delle trincee. L'uso della mitragliatrice, che impediva le manovre di grandi formazioni in campo aperto come era in uso fino a tutto il XIX secolo, fu anzi uno degli elementi che più di ogni altro contribuì al rapido volgersi del conflitto in una massacrante guerra di trincea.
I gas tossici furono utilizzati per la prima volta dai tedeschi contro i russi, senza molto successo, nella battaglia di Bolimow del 1º gennaio 1915, ma divennero celebri a partire dal 22 aprile 1915, data in cui a Ypres (Belgio) per la prima volta si fece uso di gas asfissianti al cloro, che provocarono il terrore tra le truppe franco-britanniche. Il primo rudimentale rimedio agli attacchi chimici era costituito da fazzoletti bagnati con acqua e/o urina, solo in seguito sarebbero state sperimentate le prime maschere antigas. Nel corso della guerra i gas al cloro sarebbero stati poi sostituiti in seguito da cloropicrina, poi fosgene, per giungere infine al tipo di gas più evoluto, sparato da proiettili, l'iprite (dal nome della stessa città di Ypres).
I lanciafiamme, introdotti dai tedeschi a Hooge il 30 luglio 1915. Come la mitragliatrice impediva lo schieramento in campo aperto, tuttavia ebbe un successo minore di quello sperato a causa della tendenza del serbatoio ad esplodere se veniva colpito o si inceppava una valvola.
I carri armati (utilizzati per la prima volta dai britannici durante la Somme il 15 settembre 1916), che suscitarono lo stesso stupore e terrore provocato dal gas a Ypres, pur non essendo usati per lo sfondamento delle linee nemiche (come avverrà poi nella seconda guerra mondiale), ma solo per il semplice supporto alla fanteria.
Ognuna di queste nuove armi inizialmente provocò panico e sconcerto tra i nemici, ma non riuscì a produrre un vantaggio sostanziale e duraturo. Anche se all'inizio tutte le armi furono appannaggio di una sola parte, poi entrambi gli schieramenti svilupparono tutte queste armi.
Aeroplani e U-Boot
Caccia Nieuport 17, Aisne (Francia), 1917L'aviazione militare ottenne rapidi progressi, dallo sviluppo delle (inizialmente primitive) mitragliatrici sincronizzate per poter sparare in avanti, introdotte dall'aviazione tedesca nell'autunno del 1915, allo sviluppo dei bombardieri usati contro Londra (luglio 1917): ancor più drammatico, almeno per i britannici, fu l'uso dei sottomarini tedeschi (U-Boot, dal tedesco Unterseeboote) contro i mercantili alleati in acque internazionali dal febbraio 1915.
La decisione tedesca di togliere le restrizioni all'attività sottomarina (la cosiddetta "guerra sottomarina indiscriminata", dal1º febbraio 1917) fu strumentale all'entrata in guerra degli Stati Uniti dalla parte degli alleati (6 aprile). L'affondamento del transatlantico Lusitania fu un successo controverso per gli U-Boot
La prima guerra mondiale vide inizialmente lo scontro degli Imperi centrali di Germania e Austria-Ungheria contro la Serbia, ma in poche settimane il gioco di alleanze formatosi negli ultimi decenni dell'Ottocento tra gli stati europei comportò l'entrata nel conflitto degli stati dell'Intesa e delle rispettive colonie. Negli anni successivi la guerra raggiunse una scala mondiale, con la partecipazione di molte altre nazioni, fra cui l'Impero ottomano, l'Italia, la Romania, il Giappone, gli Stati Uniti e la Grecia, aprendo così altri fronti di combattimento, sia in terra sia sui mari.
Militarmente il conflitto si aprì con l'invasione austro-ungarica della Serbia, e parallelamente, con una fulminea avanzata tedesca in Belgio, Lussemburgo e nel nord della Francia, giungendo a 25 chilometri da Parigi.
L'esercito tedesco fu però bloccato dai francesi sul fiume Marna a pochi chilometri da Parigi, in una battaglia che verrà definita "il miracolo della Marna"[1] e che vanificherà le speranze tedesche di una guerra breve e vittoriosa. A quel punto la guerra sul fronte occidentale si trasformò in una lenta e sanguinosa guerra di posizione, dove, al costo di milioni di morti, il numero degli uomini impiegati e le nuove tecnologie messe in campo dalla Triplice Intesa ebbero la meglio sulla superiore organizzazione militare della Germania.
Ma sanguinoso fu allo stesso modo l'altro fronte principale della guerra, il fronte orientale, combattuto dagli imperi centrali contro l'esercito russo. Anche in questo caso la guerra di movimento, così magistralmente attuata dall'esercito tedesco nelle battaglie di Tannenberg e dei laghi Masuri, si trasformò in una guerra di posizione in grado di mietere milioni di vite.
Determinante per l'esito finale del conflitto mondiale fu, al penultimo anno di guerra, l'ingresso degli Stati Uniti d'America, dell'Impero Giapponese e di innumerevoli altre nazioni che, pur non entrando militarmente a pieno regime nel conflitto, grazie agli aiuti economici dispensati agli alleati, si schierarono tutte contro gli imperi centrali facendo pendere definitivamente l'ago della bilancia già dapprima favorevole agli Stati dell'Intesa.
La guerra si concluse l'11 novembre 1918, quando la Germania, ultima degli Imperi Centrali a combattere, firmò l'armistizio con le forze dell'Intesa. Dopo l'inizio del 1918, infatti, l'impossibilità di continuare la guerra di posizione spinsero gli eserciti tedesco e austro-ungarico a lanciare grandi offensive impegnando tutti i propri uomini, ma vennero fermate. Il numero totale di morti è stato stimato in oltre sedici milioni: alle vittime militari (circa 10 milioni di soldati) vanno aggiunte le vittime civili, dovute non solo agli effetti diretti delle operazioni di guerra, ma anche alla carestia e alle malattie causate dalla guerra, ad esempio in Germania, sottoposta al blocco navale degli alleati, la fame provocò migliaia di morti tra la popolazione civile.
La guerra fu nello stesso tempo l'ultimo conflitto del passato (guerra di trincea e lenta), ma anche il primo grande conflitto in cui si usarono appieno tutti i mezzi moderni, come aeroplani, mezzi corazzati, sommergibili e le armi chimiche, tra cui il gas.
Guerra in trinceaFrancia e Gran Bretagna si trovarono ad affrontare le posizioni tedesche trincerate, dalla Lorena fino alle coste belghe nelle Fiandre[21]. Entrambi gli schieramenti presero posizione, i francesi e i britannici cercando di andare all'attacco, i tedeschi cercando di difendere il territorio da loro occupato. Di conseguenza, le trincee tedesche erano molto meglio costruite di quelle dei loro nemici, dato che quelle anglo-francesi erano pensate solo per essere "temporanee"[27].
Le forze di entrambi gli schieramenti provarono a rompere la situazione di stallo creata dal trinceramento attraverso nuove tecnologie applicate agli armamenti. Il 22 aprile 1915 durante la seconda battaglia di Ypres, i tedeschi (in violazione della Convenzione dell'Aia del 1899) impiegarono per la prima volta sul fronte occidentale gas a base di cloro. Le truppe algerine colpite dal gas subirono gravissime perdite e i sopravvissuti si ritirarono, aprendo così un breccia di 6 chilometri nella linea alleata che consentì ai tedeschi di conquistare Bois-de-Cuisinères. La breccia fu chiusa solo dopo il successivo intervento delle truppe canadesi[28]. Nel corso dei 4 anni della guerra di trincea, nessuno dei due schieramenti si dimostrò in grado di assestare un colpo decisivo all'avversario, per quanto la protratta azione tedesca nella battaglia di Verdun (1916) e il fallimento alleato della primavera successiva, portarono l'esercito francese sull'orlo del collasso, mentre le diserzioni di massa minavano la linea del fronte.
Circa 800.000 soldati dalla Gran Bretagna e dall'Impero britannico si trovavano contemporaneamente sul fronte occidentale: 1.000 battaglioni, ognuno occupante un settore del fronte, dal Belgio fino all'Arne, che operavano su un sistema mensile a quattro stadi, a meno che non ci fosse un'offensiva in corso. Il fronte conteneva quasi 10.000 chilometri di trincee. Ogni battaglione teneva il suo settore per quattro settimane prima di tornare nelle retrovie, quindi nella riserva e infine per una settimana in licenza, spesso nella zona di Poperinge o di Amiens.
I gas tossici e le nuove armiCome in ogni conflitto il settore di ricerca maggiormente sviluppato fu quello bellico, che raggiunse livelli impensabili nel giro di pochi anni. Le nuove armi furono numerose, tutte ugualmente letali.
La mitragliatrice, che consentiva di sparare centinaia di colpi al minuto agevolando molto la difesa delle trincee. L'uso della mitragliatrice, che impediva le manovre di grandi formazioni in campo aperto come era in uso fino a tutto il XIX secolo, fu anzi uno degli elementi che più di ogni altro contribuì al rapido volgersi del conflitto in una massacrante guerra di trincea.
I gas tossici furono utilizzati per la prima volta dai tedeschi contro i russi, senza molto successo, nella battaglia di Bolimow del 1º gennaio 1915, ma divennero celebri a partire dal 22 aprile 1915, data in cui a Ypres (Belgio) per la prima volta si fece uso di gas asfissianti al cloro, che provocarono il terrore tra le truppe franco-britanniche. Il primo rudimentale rimedio agli attacchi chimici era costituito da fazzoletti bagnati con acqua e/o urina, solo in seguito sarebbero state sperimentate le prime maschere antigas. Nel corso della guerra i gas al cloro sarebbero stati poi sostituiti in seguito da cloropicrina, poi fosgene, per giungere infine al tipo di gas più evoluto, sparato da proiettili, l'iprite (dal nome della stessa città di Ypres).
I lanciafiamme, introdotti dai tedeschi a Hooge il 30 luglio 1915. Come la mitragliatrice impediva lo schieramento in campo aperto, tuttavia ebbe un successo minore di quello sperato a causa della tendenza del serbatoio ad esplodere se veniva colpito o si inceppava una valvola.
I carri armati (utilizzati per la prima volta dai britannici durante la Somme il 15 settembre 1916), che suscitarono lo stesso stupore e terrore provocato dal gas a Ypres, pur non essendo usati per lo sfondamento delle linee nemiche (come avverrà poi nella seconda guerra mondiale), ma solo per il semplice supporto alla fanteria.
Ognuna di queste nuove armi inizialmente provocò panico e sconcerto tra i nemici, ma non riuscì a produrre un vantaggio sostanziale e duraturo. Anche se all'inizio tutte le armi furono appannaggio di una sola parte, poi entrambi gli schieramenti svilupparono tutte queste armi.
Aeroplani e U-Boot
Caccia Nieuport 17, Aisne (Francia), 1917L'aviazione militare ottenne rapidi progressi, dallo sviluppo delle (inizialmente primitive) mitragliatrici sincronizzate per poter sparare in avanti, introdotte dall'aviazione tedesca nell'autunno del 1915, allo sviluppo dei bombardieri usati contro Londra (luglio 1917): ancor più drammatico, almeno per i britannici, fu l'uso dei sottomarini tedeschi (U-Boot, dal tedesco Unterseeboote) contro i mercantili alleati in acque internazionali dal febbraio 1915.
La decisione tedesca di togliere le restrizioni all'attività sottomarina (la cosiddetta "guerra sottomarina indiscriminata", dal1º febbraio 1917) fu strumentale all'entrata in guerra degli Stati Uniti dalla parte degli alleati (6 aprile). L'affondamento del transatlantico Lusitania fu un successo controverso per gli U-Boot
MUSICA POPOLARE
Con il termine musica popolare si intende la musica scritta con il linguaggio del popolo e pensata per il popolo, comunemente, ma impropriamente, all'interno di questa dicitura si include anche la musica folclorica ossia quella musica proveniente dal popolo le cui origini si perdono nella notte dei tempi, in particolarmodo per quanto riguarda il canto di tradizione orale. Spesso la musica popolare trae ispirazione dalla musica folclorica assumendone stilemi e linguaggi.
Questi concetti devono a loro volta essere distinti da quello di musica pop; sebbene evidentemente "pop" sia un'abbreviazione di popular, "musica pop" indica più specificatamente la musica leggera contemporanea occidentale, per esempio il rock o la disco music, generi il cui legame con la musica tradizionale non è di norma molto stretto.
In molti casi, per quanto riguarda soprattutto il folk americano, bisognerebbe parlare di folk rock.
In generale, sebbene talvolta se ne sia persa memoria, ogni popolazione ha una propria tradizione di musica popolare, anche se non tutte queste tradizioni sono comunemente definite folcloriche.
In ItaliaIn Italia, come in altri paesi, la musica popolare ha ancora un ruolo importante e un vasto seguito, sebbene sia diffusa attraverso canali che solo in rari casi (ovvero solo per pochissimi artisti di particolare successo) coincidono con quelli della musica pop, ovvero con la grande distribuzione. Molti sottogeneri di musica popolare italiana sono noti principalmente attraverso i balli a cui sono legati (per esempio il ballo liscio) e difficilmente hanno visibilità al di fuori delle feste e sagre di paese.
Ad altri viene invece riconosciuta da tempo una maggiore "dignità musicale" ed è, questo, il caso della canzone napoletana. mentre ultimamente si assiste ad un rinnovato interesse perso le musiche e le danze popolare del sud Italia, per esempio la pizzica del salento, la tamurriata campana, le varie tarantelle.
Negli ultimi anni sono nati numerosi festival, spesso denominati Folk Festival, e manifestazioni di musica tradizionale, folclorica o popolare, incluse le nuove forme di contaminazione.
Alcuni dei canti più popolari fra i minatori della zona del monte Amiata, nel grossetano, sono stati riportati alla notorietà in tempi recenti grazie al recupero da parte del coro dei Minatori di Santa Fiora, il gruppo di accompagnamento di Simone Cristicchi. Un altro gruppo di musica popolare folkloristico nato recentemente a Roma si chiama "Rusticanti" ed è composto da più persone che suonano strumenti tradizionali e fanno concerti.
[modifica] Folk e PopCome la musica etnica, il folk è continuamente soggetto a contaminazioni con il pop. Fra i generi folk che hanno maggiormente influenzato la produzione pop vi sono la musica celtica (si pensi all'italiano Angelo Branduardi) e la musica country, che ha generato con il rock infinite combinazioni.
Questi concetti devono a loro volta essere distinti da quello di musica pop; sebbene evidentemente "pop" sia un'abbreviazione di popular, "musica pop" indica più specificatamente la musica leggera contemporanea occidentale, per esempio il rock o la disco music, generi il cui legame con la musica tradizionale non è di norma molto stretto.
In molti casi, per quanto riguarda soprattutto il folk americano, bisognerebbe parlare di folk rock.
In generale, sebbene talvolta se ne sia persa memoria, ogni popolazione ha una propria tradizione di musica popolare, anche se non tutte queste tradizioni sono comunemente definite folcloriche.
In ItaliaIn Italia, come in altri paesi, la musica popolare ha ancora un ruolo importante e un vasto seguito, sebbene sia diffusa attraverso canali che solo in rari casi (ovvero solo per pochissimi artisti di particolare successo) coincidono con quelli della musica pop, ovvero con la grande distribuzione. Molti sottogeneri di musica popolare italiana sono noti principalmente attraverso i balli a cui sono legati (per esempio il ballo liscio) e difficilmente hanno visibilità al di fuori delle feste e sagre di paese.
Ad altri viene invece riconosciuta da tempo una maggiore "dignità musicale" ed è, questo, il caso della canzone napoletana. mentre ultimamente si assiste ad un rinnovato interesse perso le musiche e le danze popolare del sud Italia, per esempio la pizzica del salento, la tamurriata campana, le varie tarantelle.
Negli ultimi anni sono nati numerosi festival, spesso denominati Folk Festival, e manifestazioni di musica tradizionale, folclorica o popolare, incluse le nuove forme di contaminazione.
Alcuni dei canti più popolari fra i minatori della zona del monte Amiata, nel grossetano, sono stati riportati alla notorietà in tempi recenti grazie al recupero da parte del coro dei Minatori di Santa Fiora, il gruppo di accompagnamento di Simone Cristicchi. Un altro gruppo di musica popolare folkloristico nato recentemente a Roma si chiama "Rusticanti" ed è composto da più persone che suonano strumenti tradizionali e fanno concerti.
[modifica] Folk e PopCome la musica etnica, il folk è continuamente soggetto a contaminazioni con il pop. Fra i generi folk che hanno maggiormente influenzato la produzione pop vi sono la musica celtica (si pensi all'italiano Angelo Branduardi) e la musica country, che ha generato con il rock infinite combinazioni.
domenica 1 maggio 2011
MUSICA JAZZ
Il Jazz è un genere musicale di origine statunitense nato nei primi anni del XX secolo nelle comunità afroamericane del sud degli Stati Uniti per la confluenza di tradizioni musicali africane ed europee. Caratteristiche peculiari del genere sono l'uso intenso di improvvisazione, il ritmo swing spesso sincopato, la poliritmia e il tono malinconico dato dall'uso delle blue note.
Sin dai primi tempi il jazz ha incorporato nel suo linguaggio i generi della musica popolare americana, dal ragtime, al blues, alla musica leggera e colta dei grandi compositori americani. In tempi più recenti il jazz si è mescolato con tutti i generi musicali moderni anche non statunitensi, come il samba, la musica caraibica e come il rock.
Il jazz si è trasformato, nel corso di tutto il XX secolo, evolvendosi in una gran varietà di stili e sottogeneri: dal dixieland di New Orleans dei primi anni, allo swing delle big bands negli anni trenta e quaranta, dal bebop della seconda metà degli anni quaranta, al cool jazz e al hard bop degli anni cinquanta, dal free jazz degli anni sessanta alla fusion degli anni settanta, fino alle contaminazioni con il funk e l'hip hop dei decenni successivi.
Caratteristiche principali
The King & Carter Jazzing Orchestra, Houston, Texas, 1921.Rivelatosi alla fine del XIX secolo come sintesi tra numerose culture musicali, comprese quelle europee (ragtime, musica per banda militare, canti da chiesa, opera lirica) e africane (percussione, ritmo), il jazz arrivò ad acquisire il carattere di musica d'arte fin dagli inizi. Per un celebre critico musicale classico, l'italiano Giulio Confalonieri, il jazz è stata la musica più vitale, libera e rappresentativa dell'epoca contemporanea. Dal punto di vista tecnico, il jazz moderno è caratterizzato dall'uso estensivo dell'improvvisazione, di blue note, di poliritmie e di progressioni armoniche insolite se confrontate con quelle in uso nella musica classica. In particolare la pulsazione ritmica jazzistica, elastica e a volte scandita in maniera ineguale, chiamata swing, ha sempre rivestito grande importanza in quasi tutte le forme stilistiche di questa musica.
Fin dagli inizi l'interpretazione jazzistica ha posto un grande accento sull'espressività, e, nel corso degli anni, anche sul virtuosismo strumentale. La musica jazz degli albori era basata su combinazioni di elementi musicali africani, articolata cioè su scale pentatoniche, con caratteristiche blue notes, mescolate ad armonie derivate dalla musica colta europea, ed un notevole uso di ritmi sincopati, e di poliritmi; musica colta e jazz si sono costantemente avvicinate al punto che non è raro assistere a performance classiche di musicisti jazz e performance jazz di musicisti classici.
Caratteristica peculiare della musica jazz è senza dubbio l'improvvisazione la quale, partendo dalla semplice variazione sul tema iniziale, ha assunto via via sempre maggiore importanza, fino ad assumere (nella forma che fu chiamata Free Jazz e che ebbe il suo periodo d'oro negli sessanta-settanta) la completa preminenza sul tema, che poteva anche scomparire negli esperimenti che venivano a volte chiamati "improvvisazione totale collettiva".
La formazione jazzistica moderna tipica è costituita da un gruppo musicale di dimensioni limitate. La combinazione più frequente è il quartetto, quasi invariabilmente costituito da una sezione ritmica composta da batteria, basso o contrabbasso, pianoforte e da uno strumento solista, generalmente un sassofono o una tromba.
Nell'ambito della piccola formazione sono possibili e frequenti una gran varietà di cambiamenti. Per quello che riguarda la consistenza numerica, si trovano esempi di performance solistiche (spesso, ma non sempre, si tratta di pianoforte solo), fino ad arrivare al nonetto formazione che comincia già ad assumere caratteristiche orchestrali. Si hanno anche svariatissime combinazioni per quello che riguarda la qualità degli strumenti coinvolti: si hanno esempi di jazz suonato solisticamente con la maggior parte degli strumenti orchestrali (perfino oboe e arpa) o folcloristici (ad esempio, la kora).
Il jazz possiede anche una lunga tradizione orchestrale, che ha avuto come protagonisti musicisti d'eccezione. Le formazioni jazzistiche orchestrali, che entrarono in crisi profonda alla fine degli anni trenta, sono oggi abbastanza rare, soprattutto a causa delle difficoltà economiche e organizzative collegate alla gestione di un complesso che comprende molte decine di musicisti.
Per lungo tempo territorio privilegiato dei musicisti afroamericani che lo inventarono, e avente come centro propulsore gli Stati Uniti d'America, il jazz è oggi suonato, composto e ascoltato ovunque in tutto il mondo come una nuova musica colta: se questo è vero soprattutto nel mondo occidentale, è anche vero che le esplorazioni delle radici musicali africane che molti jazzisti intrapresero a partire dagli anni sessanta e i contatti tra culture e stili musicali caratteristici dell'ultima parte del XX secolo, hanno contribuito a creare molti tipi di jazz, che vanno dalla tradizionale performance per piccolo ensemble, derivato dalle esperienze boppistiche e post-boppistiche, alla creazione di sonorità insolite che nascono dalla ibridazione di diverse tradizioni strumentali e musicali, fino ad arrivare a dissolversi nel genere chiamato world music (e in questo caso non si parla più di jazz).
Un fenomeno simile ha recentemente conferito la categoria di genere colto anche a parte della musica brasiliana e argentina (Antonio Carlos Jobim, Astor Piazzolla e altri), che fra l'altro si è apparentata con il jazz, anche per l'opera svolta da Stan Getz ed altri in conseguenza della quale molti standard jazz utilizzano modelli brasiliani e argentini.
Sin dai primi tempi il jazz ha incorporato nel suo linguaggio i generi della musica popolare americana, dal ragtime, al blues, alla musica leggera e colta dei grandi compositori americani. In tempi più recenti il jazz si è mescolato con tutti i generi musicali moderni anche non statunitensi, come il samba, la musica caraibica e come il rock.
Il jazz si è trasformato, nel corso di tutto il XX secolo, evolvendosi in una gran varietà di stili e sottogeneri: dal dixieland di New Orleans dei primi anni, allo swing delle big bands negli anni trenta e quaranta, dal bebop della seconda metà degli anni quaranta, al cool jazz e al hard bop degli anni cinquanta, dal free jazz degli anni sessanta alla fusion degli anni settanta, fino alle contaminazioni con il funk e l'hip hop dei decenni successivi.
Caratteristiche principali
The King & Carter Jazzing Orchestra, Houston, Texas, 1921.Rivelatosi alla fine del XIX secolo come sintesi tra numerose culture musicali, comprese quelle europee (ragtime, musica per banda militare, canti da chiesa, opera lirica) e africane (percussione, ritmo), il jazz arrivò ad acquisire il carattere di musica d'arte fin dagli inizi. Per un celebre critico musicale classico, l'italiano Giulio Confalonieri, il jazz è stata la musica più vitale, libera e rappresentativa dell'epoca contemporanea. Dal punto di vista tecnico, il jazz moderno è caratterizzato dall'uso estensivo dell'improvvisazione, di blue note, di poliritmie e di progressioni armoniche insolite se confrontate con quelle in uso nella musica classica. In particolare la pulsazione ritmica jazzistica, elastica e a volte scandita in maniera ineguale, chiamata swing, ha sempre rivestito grande importanza in quasi tutte le forme stilistiche di questa musica.
Fin dagli inizi l'interpretazione jazzistica ha posto un grande accento sull'espressività, e, nel corso degli anni, anche sul virtuosismo strumentale. La musica jazz degli albori era basata su combinazioni di elementi musicali africani, articolata cioè su scale pentatoniche, con caratteristiche blue notes, mescolate ad armonie derivate dalla musica colta europea, ed un notevole uso di ritmi sincopati, e di poliritmi; musica colta e jazz si sono costantemente avvicinate al punto che non è raro assistere a performance classiche di musicisti jazz e performance jazz di musicisti classici.
Caratteristica peculiare della musica jazz è senza dubbio l'improvvisazione la quale, partendo dalla semplice variazione sul tema iniziale, ha assunto via via sempre maggiore importanza, fino ad assumere (nella forma che fu chiamata Free Jazz e che ebbe il suo periodo d'oro negli sessanta-settanta) la completa preminenza sul tema, che poteva anche scomparire negli esperimenti che venivano a volte chiamati "improvvisazione totale collettiva".
La formazione jazzistica moderna tipica è costituita da un gruppo musicale di dimensioni limitate. La combinazione più frequente è il quartetto, quasi invariabilmente costituito da una sezione ritmica composta da batteria, basso o contrabbasso, pianoforte e da uno strumento solista, generalmente un sassofono o una tromba.
Nell'ambito della piccola formazione sono possibili e frequenti una gran varietà di cambiamenti. Per quello che riguarda la consistenza numerica, si trovano esempi di performance solistiche (spesso, ma non sempre, si tratta di pianoforte solo), fino ad arrivare al nonetto formazione che comincia già ad assumere caratteristiche orchestrali. Si hanno anche svariatissime combinazioni per quello che riguarda la qualità degli strumenti coinvolti: si hanno esempi di jazz suonato solisticamente con la maggior parte degli strumenti orchestrali (perfino oboe e arpa) o folcloristici (ad esempio, la kora).
Il jazz possiede anche una lunga tradizione orchestrale, che ha avuto come protagonisti musicisti d'eccezione. Le formazioni jazzistiche orchestrali, che entrarono in crisi profonda alla fine degli anni trenta, sono oggi abbastanza rare, soprattutto a causa delle difficoltà economiche e organizzative collegate alla gestione di un complesso che comprende molte decine di musicisti.
Per lungo tempo territorio privilegiato dei musicisti afroamericani che lo inventarono, e avente come centro propulsore gli Stati Uniti d'America, il jazz è oggi suonato, composto e ascoltato ovunque in tutto il mondo come una nuova musica colta: se questo è vero soprattutto nel mondo occidentale, è anche vero che le esplorazioni delle radici musicali africane che molti jazzisti intrapresero a partire dagli anni sessanta e i contatti tra culture e stili musicali caratteristici dell'ultima parte del XX secolo, hanno contribuito a creare molti tipi di jazz, che vanno dalla tradizionale performance per piccolo ensemble, derivato dalle esperienze boppistiche e post-boppistiche, alla creazione di sonorità insolite che nascono dalla ibridazione di diverse tradizioni strumentali e musicali, fino ad arrivare a dissolversi nel genere chiamato world music (e in questo caso non si parla più di jazz).
Un fenomeno simile ha recentemente conferito la categoria di genere colto anche a parte della musica brasiliana e argentina (Antonio Carlos Jobim, Astor Piazzolla e altri), che fra l'altro si è apparentata con il jazz, anche per l'opera svolta da Stan Getz ed altri in conseguenza della quale molti standard jazz utilizzano modelli brasiliani e argentini.
MUSICA ROCK
La musica rock (conosciuto spesso anche solo come rock) è un genere musicale, nato nel corso degli anni '50 e anni '60 negli Stati Uniti e nel Regno Unito, che trae le sue origini nella musica dei decenni precedenti, in particolare nel rock and roll, nel rhythm and blues, nel country, con richiami di musica folk. Il suono del rock ruota spesso intorno alla chitarra elettrica, alla quale si aggiungono strumenti ritmici come il basso elettrico la batteria, e strumenti a tastiera come l'organo Hammond, il pianoforte, la tastiera e, alla fine degli anni '60, sintetizzatore; altri strumenti come il sassofono e l'armonica sono usati, perlopiù per assoli. Possono essere inoltre presenti archi (violino e violoncello) ed ottoni (tromba e trombone).[1]
Alla fine degli anni '60 ed i primi anni '70, la musica rock ha sviluppato diversi sottogeneri; si è mescolata con la musica popolare creando il folk rock, con il blues per creare blues-rock e con il jazz per creare il fusion. In seguito, il rock ha incorporato influenze soul, funk e della musica latina e sviluppando altri sottogeneri; negli anni '70 il soft rock, il glam rock, l'heavy metal, l'hard rock, il progressive rock ed il punk rock, negli '80 la new wave, l'hardcore punk e l'alternative rock, mentre negli anni '90 il grunge, il Britpop, l'indie rock.[2] Molti gruppi rock sono composti da quattro elementi, un chitarrista elettrico, un cantante, un bassista ed un batterista, formando un quartetto; talvolta si può omettere un membro, così come il cantante può suonare anch'egli uno strumento e, il canto stesso può essere assegnato a più persone.
Nato attraverso l'incontro delle diverse tradizioni musicali di origine africana ed europea,[3] l'origine del rock and roll sta nella "Race music" e nella musica hillbilly (più tardi chiamata rhythm and blues e country), tra gli anni '40 e '50.[4] Particolarmente significative sono state le influenze jazz, blues, boogie woogie, country, folk e gospel.
Big Joe Turner è stato uno dei precursori e il suo album del 1939, "Roll 'Em Pete", è molto vicino al rock and roll degli anni '50, così come lo è stata Sister Rosetta Tharpe, che ha ottenuto successi nelle classifiche pop nel 1938 con le sue canzoni gospel, come "This Train" e "Rock Me", e nel 1940 con "Strange Things Happenin' Every Day", "Up Above My Head", e "Down by the Riverside".[5][6] Altri dischi significativi degli anni 1940 e dei primi anni 1950 furono "Good Rocking Tonight" di Roy Brown (1947), "Move It On Over" di Hank Williams (1947), "Chicken Shack Boogie" di Amos Milburn (1947), "Rock the Joint" di Jimmy Preston (1947), "The Fat Man" Fats Domino (1949) e "How High the Moon" di Les Paul and Mary Ford (1951).[7][8][9][10]
Secondo lo storico della musica Peter Guralnick, la prima registrazione di rock and roll fu Rocket 88, di Jackie Brenston and his Delta Cats (scritta dal diciannovenne Ike Turner) e registrata da Sam Phillips per l'etichetta Sun Records nel 1951.[5] Altre registrazioni dello stesso periodo si contendono il primato.[5] Altri hanno considerato titoli di maggior successo presso il pubblico bianco, come Rock Around The Clock di Bill Haley and His Comets, Great balls of fire e Bo Diddley/I'm A Man di Bo Diddley, o Maybellene e Roll over Beethoven di Chuck Berry. La rivista Rolling Stone ha sostenuto nel 2004 che "That's All Right (Mama)" di Elvis Presley (1954), il primo ed unico registrato dal cantante per la Sun Records di Memphis, è stato il primo album rock 'n' roll[11] ma, al tempo stesso, "Shake, Rattle & Roll" di Big Joe Turner, successivamente oggetto di cover da parte di Haley, era già nella Hot R&B/Hip-Hop Songs.[12] Significativi nel suono del rock and roll furono anche Little Richard, Chuck Berry e Jerry Lee Lewis, che con brani come Tutti Frutti , Long tall Sally , Lucille , Great balls of fire e Whole Lotta Shakin' Goin' On hanno portato il rock 'n' roll alle sue massime espressioni di musica bianca e nera.
Tra i primi iniziatori del Rock, citiamo anche Alvin and the Chipmunks, sebbene la loro musica artificiale non li compari agli artisti veri, i loro dischi e le loro audiocassette sbancarono il mercato americano già agli inizi della loro carriera (1958) diventando un fenomeno nazionale di proporzioni enormi. La band, composta immaginariamente da Alvin, Simon e Theodore, sebbene puramente inventata, è da considerarsi la più longeva band rock della storia in quanto ancora attivamente esistente nel mercato e in continuo aggiornamento.
Alla fine degli anni '60 ed i primi anni '70, la musica rock ha sviluppato diversi sottogeneri; si è mescolata con la musica popolare creando il folk rock, con il blues per creare blues-rock e con il jazz per creare il fusion. In seguito, il rock ha incorporato influenze soul, funk e della musica latina e sviluppando altri sottogeneri; negli anni '70 il soft rock, il glam rock, l'heavy metal, l'hard rock, il progressive rock ed il punk rock, negli '80 la new wave, l'hardcore punk e l'alternative rock, mentre negli anni '90 il grunge, il Britpop, l'indie rock.[2] Molti gruppi rock sono composti da quattro elementi, un chitarrista elettrico, un cantante, un bassista ed un batterista, formando un quartetto; talvolta si può omettere un membro, così come il cantante può suonare anch'egli uno strumento e, il canto stesso può essere assegnato a più persone.
Nato attraverso l'incontro delle diverse tradizioni musicali di origine africana ed europea,[3] l'origine del rock and roll sta nella "Race music" e nella musica hillbilly (più tardi chiamata rhythm and blues e country), tra gli anni '40 e '50.[4] Particolarmente significative sono state le influenze jazz, blues, boogie woogie, country, folk e gospel.
Big Joe Turner è stato uno dei precursori e il suo album del 1939, "Roll 'Em Pete", è molto vicino al rock and roll degli anni '50, così come lo è stata Sister Rosetta Tharpe, che ha ottenuto successi nelle classifiche pop nel 1938 con le sue canzoni gospel, come "This Train" e "Rock Me", e nel 1940 con "Strange Things Happenin' Every Day", "Up Above My Head", e "Down by the Riverside".[5][6] Altri dischi significativi degli anni 1940 e dei primi anni 1950 furono "Good Rocking Tonight" di Roy Brown (1947), "Move It On Over" di Hank Williams (1947), "Chicken Shack Boogie" di Amos Milburn (1947), "Rock the Joint" di Jimmy Preston (1947), "The Fat Man" Fats Domino (1949) e "How High the Moon" di Les Paul and Mary Ford (1951).[7][8][9][10]
Secondo lo storico della musica Peter Guralnick, la prima registrazione di rock and roll fu Rocket 88, di Jackie Brenston and his Delta Cats (scritta dal diciannovenne Ike Turner) e registrata da Sam Phillips per l'etichetta Sun Records nel 1951.[5] Altre registrazioni dello stesso periodo si contendono il primato.[5] Altri hanno considerato titoli di maggior successo presso il pubblico bianco, come Rock Around The Clock di Bill Haley and His Comets, Great balls of fire e Bo Diddley/I'm A Man di Bo Diddley, o Maybellene e Roll over Beethoven di Chuck Berry. La rivista Rolling Stone ha sostenuto nel 2004 che "That's All Right (Mama)" di Elvis Presley (1954), il primo ed unico registrato dal cantante per la Sun Records di Memphis, è stato il primo album rock 'n' roll[11] ma, al tempo stesso, "Shake, Rattle & Roll" di Big Joe Turner, successivamente oggetto di cover da parte di Haley, era già nella Hot R&B/Hip-Hop Songs.[12] Significativi nel suono del rock and roll furono anche Little Richard, Chuck Berry e Jerry Lee Lewis, che con brani come Tutti Frutti , Long tall Sally , Lucille , Great balls of fire e Whole Lotta Shakin' Goin' On hanno portato il rock 'n' roll alle sue massime espressioni di musica bianca e nera.
Tra i primi iniziatori del Rock, citiamo anche Alvin and the Chipmunks, sebbene la loro musica artificiale non li compari agli artisti veri, i loro dischi e le loro audiocassette sbancarono il mercato americano già agli inizi della loro carriera (1958) diventando un fenomeno nazionale di proporzioni enormi. La band, composta immaginariamente da Alvin, Simon e Theodore, sebbene puramente inventata, è da considerarsi la più longeva band rock della storia in quanto ancora attivamente esistente nel mercato e in continuo aggiornamento.
MUSICA LEGGERA
Viene abitualmente definita con il termine musica leggera, musica pop, pop music (sinonimo inglese), o semplicemente pop, la musica mainstream contemporanea, destinata ad un pubblico vasto quanto più è possibile. L'espressione definisce un tipo di musica di facile ascolto e poco elaborata, spesso ridotta a semplice intrattenimento e destinata al consumo di massa. In effetti, la musica leggera raggruppa in sé un insieme di tendenze musicali affermatesi a partire dal XX secolo, caratterizzate da un linguaggio relativamente semplice e in alcuni casi schematico. La musica leggera è strettamente inserita nel circuito di diffusione commerciale mondiale con incisioni discografiche, video, festival, concerti-spettacolo, trasmissioni e reti televisive e radiofoniche. Se la semplicità del linguaggio musicale e il disimpegno tematico distinguono la musica leggera dalla cosiddetta "musica colta" e underground, la presenza di una vera e propria industria la differenzia dalla musica popolare.
Può sembrare normale considerare la musica leggera come sinonimo di popular music, anche se oggi si tratta di una similitudine non del tutto propria: date le sue caratteristiche peculiari tutta la musica pop è musica popular, ma non è vero il contrario; esiste, in ogni caso, una grande difficoltà a relazionare tali concetti, soprattutto a causa dei continui fraintendimenti che si vengono a creare nel dire comune.
Le caratteristiche principali della musica leggera sono:
spiccata orecchiabilità;
utilizzo abbondante della melodia;
ritmica semplice e uso di tempi musicali pari (primo tra tutti il 4/4);
testi di facile comprensione;
sottofondo musicale per lo più scarno o poco elaborato;
utilizzo del cosiddetto formato canzone (strofe alternate al ritornello);
breve durata dei brani.
Può sembrare normale considerare la musica leggera come sinonimo di popular music, anche se oggi si tratta di una similitudine non del tutto propria: date le sue caratteristiche peculiari tutta la musica pop è musica popular, ma non è vero il contrario; esiste, in ogni caso, una grande difficoltà a relazionare tali concetti, soprattutto a causa dei continui fraintendimenti che si vengono a creare nel dire comune.
Le caratteristiche principali della musica leggera sono:
spiccata orecchiabilità;
utilizzo abbondante della melodia;
ritmica semplice e uso di tempi musicali pari (primo tra tutti il 4/4);
testi di facile comprensione;
sottofondo musicale per lo più scarno o poco elaborato;
utilizzo del cosiddetto formato canzone (strofe alternate al ritornello);
breve durata dei brani.
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