Il Reggae è un genere musicale originario della Giamaica essenzialmente discendente dallo ska, ma sviluppatosi propriamente come leggera variante del rocksteady. Esso inoltre, almeno nelle sue forme classiche, trae elementi dalla musica popolare giamaicana (Mento, Calypso) ma soprattutto dagli influssi R&B e soul nordamericani in voga negli States in quell'epoca.
Questa musica è solitamente accostata a periodi e movimenti giunti successivamente deviando e filtrando il genere musicale verso altre strade, completamente opposte a quelle delle sue origini e delle primissime diffusioni giovanili. Con l'avvento del culto religioso rasta, capeggiato da Bob Marley, il primo reggae infatti morì definitivamente. Marley trasformò il reggae non solo sotto l'aspetto musicale e ritmico, ma lo diffuse come culto vero e proprio, cambiando notevolmente quelle che erano le radici pure di questo specifico sound. Fu proprio con l'arrivo del roots reggae, che l'autenticità del sound originario scomparve per sempre[1]. In origine sostenuto da rude boy e skinhead, il reggae divenne poi simbolo del culto religioso giamaicano chiamato rastafarianesimo.
Rispetto alla musica rock, il reggae ha invertito sostanzialmente il ruolo del basso e della chitarra: in questo caso il primo strumento è il predominante, mentre il secondo risulta meno incisivo, pur essendo presente[12]. In una delle prime sessioni di registrazione di questo nuovo genere, venne usato l'organo e la chitarra ritmica per creare un altro tipo di sound. Il nuovo genere presentava un ritmo dall'andamento più spezzato e convulso rispetto al suo predecessore[13]. L'early reggae (così chiamato in seguito per distinguerlo da altre forme successive) era caratterizzato da molteplici sfumature: oltre alle sonorità tipiche dello ska e del rocksteady, erano presenti forti influenze soul, supportate da nuove introduzioni strumentali come l'organo e le chitarre. Anche gli spunti armonici risultavano essere variegati ed originali. Potevano essere presenti sia note cupe e malinconiche derivanti dal cosiddetto "rude boy sound", sia tonalità più fresche e rimbombanti tipiche di questo stile[1]. La diffusione del reggae venne decretata da gruppi come Beverleys All Stars, caratterizzati da robuste linee di basso, chitarra in levare, la batteria in rimshot (ovvero un colpo dato prendendo sia la pelle del rullante sia il bordo in metallo), e, come nel rocksteady, fiati meno presenti[11], largamente utilizzati invece nello ska. Il genere venne caratterizzato anche da una pesante ritmica in backbeat, ovvero quando l'accento sul secondo e quarto tempo simula il colpo di rullante in levare in un tempo di 4/4[3]. Questo backbeat è presente in tutti gli stili influenzati dalla musica africana mentre non è presente nella musica europea o asiatica. I batteristi reggae accentuano il terzo battito in un tempo di 4/4 con un colpo sulla grancassa[3]. Il reggae oltre allo ska e rocksteady, includeva come questi ultimi, influenze derivanti dalla musica tradizionale giamaicana (afro-caraibica), inclusi mento e R&B americano. Quando la gente chiese di che sonorità si strattasse, non si era ancora trovato un nome per questa variante ma alcuni dissero che suonava come "ragga", che significa grezzo, rozzo, vecchio. Il nome presto mutò in "raggay", e poi in reggae[9]. Si attribuì il merito della diffusione del termine ai Toots & the Maytals, che incisero un brano chiamato "Do the Reggay" nel 1968[14]. Prima di ciò, il termine "reggay" era usato per descrivere una danza in voga in Giamaica e non era associato allo stile di musica considerato oggi reggae[14]. Il termine reggae può essere utilizzato genericamente per definire diversi tipi di musica giamaicana, tra cui in maniera molto generica anche ska e rocksteady, o veri e propri sottogeneri come dub, dancehall e ragga. Il termine può anche essere usato per distinguere degli stili particolari emersi nei tardi anni 60.
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