Le origini della
musica classica indiana sono tracciate a partire dal più antico libro di
sacre scritture della tradizione
indù, i
Veda. Il
Samaveda, uno dei quattro
Veda, tratta a lungo di questo tema.
I due sistemi principali della musica classica indiana sono:
Il tema primario della musica indostana è la
Lila di
Krishna.
Mallikarjun Mansur,
Gangubai Hangal (voce),
Bhimsen Joshi (voce),
Ustad Amir Khan (voce),
Nikhil Banerjee (
sitar),
Ravi Shankar (
sitar),
Lalmani Mishra,
Hariprasad Chaurasia (flauto
bansuri),
Zakir Hussain (
tabla),
Shivkumar Sharma (
santur),
Ali Akbar Khan (
sarod),
Imrat Khan,
Kishori Amonkar (voce),
Ustad Vilayat Khan (
sitar),
Ram Narayan (
sarangi),
Narayan Das Mishra (
sarangi),
Ustad Sabri Khan (
sarangi),
Ustad Sultan Khan (
sarangi), e
Satyasheel Deshpande sono tra i più famosi interpreti della musica indostana.
La musica
carnatica è basata sempre sul concetto di
raga come la musica del nord, ma differisce poiché le due sono evolute diversamente. Enfatizza le qualità vocali piuttosto che quelle degli strumenti. Temi primari sono
Devi e
Rama che descrivono i canti dei templi e patriottici.
Purandara Dasa (
1480 -
1564) è noto come il padre della musica
carnatica. Tyagaraja (
1759 -
1847), Muthuswami Dikshitar (
1776 -
1827) e Syama Sastri (
1762 -
1827) sono detti la
trinità della musica
carnatica. Fra le star viventi e più popolari di questo tipo di musica si ricordano D. K. Pattammal, Mangalampalli Balamuralikrishna, K. J. Yesudas, T. Sankaranarayanan e Madurai T N Seshagopalan. M. S. Subbulakshmi è stata una delle più importanti cantanti di musica
carnatica. M L Vasanthakumari, G N Balasubramaniam, il Dott. S. Ramanathan, Chembai Vaidyanatha Bhagavatar, Vidwan e Gopala Pillai sono considerati i massimi interpreti dell'ultimo secolo.
La musica classica indiana è di tipo
monofonico ed è quindi basata su di una singola
linea melodica. Lo spettacolo di una composizione comincia con gli interpreti che escono in un ordine prestabilito: prima lo strumento solista, poi il cantante e quindi i musicisti ed i percussionisti. I musicisti cominciano l'accordatura dei loro strumenti e questo processo spesso si mescola impercettibilmente all'inizio della musica.
Gli strumenti musicali indiani usati nell'esecuzione della musica classica sono la
vina (strumento antichissimo a corde pizzicate, ne esistono diversi tipi), il
mridangam (percussione, India del Sud), la
tabla (percussione, India del Nord), il
pakhawaj (percussione, India del Nord), il
kanjira (percussione, India del Sud), il tamburo, il
flauto, il
sitar, il
sarod (India del Nord), il
gottuvadyam (tipo di vina dell'Idia del Sud), il
violino (usato principalmente nel Sud), la
sarangi (strumento ad arco, India del Nord), il
santur (simile a un
cymbalom, India del Nord) e la
chitarra indiana (una modifica della chitarra occidentale che viene suonata nello stile della
chitarra slide, vedi anche
slide).
Suonatori di tabla, un tipo di percussione, cominciano a colpire i bordi con un mazzuolo per assicurarsi che lo strumento sia accordato con il solista. Fondamentale è il tambura (chiamato anche tanpura) che tiene il bordone. Questo compito è solitamente affidato ad un allievo del solista.
Il raga comincia con la melodia che si sviluppa gradualmente e l'esecuzione di un singolo
raga può durare da una quindicina di minuti a tre ore, limite teorico dettato dal cambiamento di fase del giorno: in India le 24 ore sono suddivise in otto "spicchi" di tre ore, ognuno dei quali caratterizzato da un diverso sentimento dominante e da diversi
raga che possono essere suonati in esso. Spesso i concerti di musica indostana durano interi giorni e notti, in cui numerosi musicisti e cantanti si susseguono con continuità in un flusso di musica quasi ininterrotto. L'introduzione del raga è detta
alap nella
musica indostana e
alapana nella musica carnatica.
Nella
musica indostana, una volta che l'esecuzione è iniziata, inizia a sentirsi l'articolarsi del canto in ornamenti e
melismi, mentre il ritmo si velocizza gradualmente. Questa sezione è chiamata
jor. Dopo il
jor avviene una pausa; tutto si ferma ed il pubblico applaude. Finalmente, il percussionista comincia a suonare interagendo con il solista, eventualmente improvvisando in competizione con il solista.
Le esecuzioni di un raga nella musica carnatica sono generalmente molto più brevi. Il pezzo di apertura è chiamato
varnam, ed è quasi un
riscaldamento per i musicisti. Segue la richiesta di benedizione e quindi una serie di interscambi tra il
ragam (melodia) e il
thaalam (l'ornamentazione, equivalente al
jor). Questo viene miscelato con l'inno chiamato
krithi. Quindi segue il
pallavi o
tema del raga. I pezzi di
musica carnatica possono anche essere elaborati; essi sono composizioni famose che sono gradite soprattutto a coloro che prediligono il canto piuttosto che la musica.