lunedì 21 marzo 2011

GIUSEPPE VERDI-NABUCCO

OPERA DI NABUCCO (Giuseppe Verdi)
Nabucco è la terza opera (il titolo originale completo è Nabucodonosor) di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo.Composta su libretto di Temistocle Solera, Nabucco fece il suo debutto il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano.

Atto I. Nel tempio di Gerusalemme, i Leviti e il popolo piangono la sorte degli Ebrei, sconfitti da Nabucco, che ora è alle porte della città. Zaccaria rincuora il popolo, mentre viene tenuta come ostaggio la figlia di Nabucco, Fenena, affidata a Ismaele. Questi, tuttavia, promette alla giovane la libertà, perché a Babilonia egli stesso era stato liberato proprio da Fenena, di lui innamorata. I due tentano la fuga, quando giunge nel tempio Abigaille, supposta figlia di Nabucco, con una truppa di Babilonesi. Anch`essa innamorata di Ismaele, minaccia Fenena di riferire al padre il suo tentativo di fuga; infine baratta il suo silenzio in cambio della rinuncia di Ismaele all’amore per Fenena. Ma egli si rifiuta. Irrompe Nabuccocon il proposito di saccheggiare la città. Invano Zaccaria, brandendo un pugnale sopra il capo di Fenena, tenta di fermarlo, poiché Ismaele si oppone e consegna Fenena salva nelle mani del padre. 

Atto II. Nella reggia di Babilonia, Abigaille scopre la sua identità di schiava: dunque non è la vera erede al trono. Nabucco intanto, accrescendo l’odio di Abigaille, ha nominato Fenena reggente della città. Con l’aiuto del gran sacerdote, che riferisce che Fenena sta liberando gli schiavi Ebrei, Abigaille medita di salire sul trono di Nabucco. Zaccaria, intanto, annuncia al popolo che Fenena si è convertita alla religione ebraica. Abdallo, vecchio ufficiale del re, le svela le ambizioni di Abigaille e la invita a fuggire per scampare alla sua ira. Ma è troppo tardi, poiché irrompe Abigaille con i Magi, il gran Sacerdote e una folla di Babilonesi. Giunge però anche Nabucco, che si riprende la corona, maledicendo il dio degli Ebrei. Alla rivelazione della conversione di Fenena, egli le impone di prostrarsi adorandolo non più come re, ma come dio. Il dio degli Ebrei lancia un fulmine, che colpisce Nabucco, mentre Abigaille si prende la corona tanto desiderata. 

Atto III. Nella reggia di Babilonia, Abigaille sul trono viene onorata dalle autorità del regno. Nabucco tenta di riavere la corona, ma viene bloccato. Abigaille ottiene, sfruttando l’instabilità di Nabucco, di far convalidare la condanna a morte per gli Ebrei. Nabucco si rende conto di avere condannato anche la figlia Fenena e implora la sua salvezza. Ma Abigaille si dichiara sua unica figlia ed erede. Ordina infine che Nabucco venga incarcerato. Sulle rive dell`Eufrate, gli Ebrei invocano la patria lontana , mentre Zaccaria consola il suo popolo e lo esorta ad avere fede. 

Atto IV. Dalla cella Nabucco vede tra i condannati a morte anche Fenena. Disperato si converte al Dio degli Ebrei. Abdallo e pochi guerrieri rimasti fedeli, vedendo Nabucco rinsavito, insorgono guidati dal vecchio re. Zaccaria benedice Fenena, ma grazie all’arrivo di Nabucco, l`idolo di Belo cade e i prigionieri vengono liberati. Nabucco torna a regnare, mentre Abigaille, avvelenatasi, chiede perdono a Fenena e benedice il suo matrimonio con Ismaele. Zaccaria predice a Nabucco il dominio su tutti i popoli della terra.

  VA PENSIERO (Giuseppe Verdi)
Va pensiero (Va, pensiero, sull'ali dorate) è uno dei cori più noti della storia dell'opera, collocato nella parte terza del Nabucco di Giuseppe Verdi (1842), dove viene cantato dagli Ebrei prigionieri in Babilonia.

Va, pensiero, sull'ali dorate;

    Va, ti posa sui clivi, sui colli,
    Ove olezzano tepide e molli
    L'aure dolci del suolo natal!

Del Giordano le rive saluta,

    Di Sionne le torri atterrate...
    Oh mia patria sì bella e perduta!
    O membranza sì cara e fatal!

 Arpa d'or dei fatidici vati,

    Perché muta dal salice pendi?
    Le memorie nel petto riaccendi,
   Ci favella del tempo che fu!

O simile di Solima ai fati

   Traggi un suono di crudo lamento,
   O t'ispiri il Signore un concento
   Che ne infonda al patire virtù!

Lungo i fiumi (Salmo 137)
1. Lungo i fiumi laggiù in Babilonia,
sulle rive sedemmo in pianto
al ricordo struggente di Sion;
sopra i salici, là in quella terra,
appendemmo le cetre armoniose.

2. Oppressori e infami aguzzini
ci chiedevan le nostre canzoni,
dopo averci condotti in catene,
le canzoni di gioia chiedevan:
"Intonateci i canti di Sion".

3. Potevamo noi forse cantare
salmi e canti del nostro Iddio
in quel triste paese straniero?
La mia destra sia paralizzata
se ti scordo, o Gerusalemme.

4. Mi si attacchi la lingua al palato
se un istante appena io lascio
di pensarti, mia Gerusalemme,
se non pongo te, Gerusalemme,
al di sopra di ogni mia gioia.

5. Tu ricorda i figli di Edom:
Dio, quanto nel giorno supremo
contro Gerusalemme urlavan:
"Distruggete le mura, abbattete,
annientate le sue fondamenta".

6. Babilonia, o madre di morte,
sciagurata città, sia beato
chi ti rende la stessa infamia,
sia beato chi afferra i tuoi figli
e li stritola contro la roccia.


MUSICA AFRICANA

Musica africana

La musica africana, nel senso di musica originaria dell'Africa, è estremamente eterogenea, in quanto riflette la varietà etnica, culturale e linguistica del continente. L'espressione "musica africana" viene talvolta usata anche in modo più specifico per riferirsi alla musica dell'africa subsahariana, essendo la tradizione musicale del Nordafrica essenzialmente sovrapponibile a quella mediorientale. Elementi mediorientali si trovano anche nella musica dei popoli della costa est del continente, che risente anche di influenze indiane, persiane e in generale degli effetti degli scambi commerciali e culturali sull'Oceano Indiano. In ogni caso, anche all'interno di queste tre aree principali (Nordafrica, Africa subsahariana, Africa orientale) esiste una grandissima diversificazione degli stili sia della musica etnica tradizionale che della musica moderna. Quest'ultima risente praticamente ovunque (ma soprattutto nei paesi con una forte eredità coloniale) dell'influenza della musica leggera europea e statunitense. D'altra parte, la diaspora africana e il conseguente diffondersi in America ed Europa della tradizione musicale africana ha influito in modo determinante sullo sviluppo della musica leggera occidentale.

La musica nell'Africa subsahariana

Nell'Africa subsahariana la musica e la danza sono quasi sempre elementi centrali e fondamentali della cultura dei popoli, e sono dotati di grande valore sociale e religioso. Ogni etnia ha una propria tradizione musicale così come ha una propria tradizione letteraria e un proprio insieme di regole e credenze; ogni gruppo sociale possiede un repertorio musicale di riferimento e dei sottogeneri appropriati a determinate celebrazioni (per esempio nascita, passaggio all'età adulta, matrimonio, funerale) o anche semplicemente attività quotidiane come il raccolto nei campi e lo smistamento delle riserve alimentari.
Ciò che ritroveremo sempre in ogni variante musicale, a prescindere dallo scopo per cui viene prodotta, è la caratteristica poliritmia, la capacità cioè di sviluppare contemporaneamente diversi ritmi e di mantenerli in modo costante ed uniforme, senza che uno prevarichi su di un altro. Una particolare funzione sociale è rappresentata dalle percussioni e dalle campane che in molte zone vengono utilizzati come strumenti di comunicazione. La musica è, ad esempio, una delle pratiche più note e più impiegate per un griot ( o griotte) proprio perché in molti contesti le relazioni sono spesso basate sull’impatto emozionale. Anche il canto è molto diffuso e riveste una funzione sociale importantissima, durante i funerali, ad esempio, per ripercorrere le tappe dell’esistenza del defunto, dunque mantenerne viva la memoria e per narrare le imprese degli antenati cui spetta il compito di accogliere l’anima della persona mancata. Le epopee mitiche cantate dai griot, oltre a mettere in evidenza il potere costituito, trasmettono gli avvenimenti particolari che fanno parte della storia di una comunità e permettono una trasmissione facilitata proprio dal ritmo della melodia sottostante. Il canto, la musica e la danza diventano da un lato veicoli di tipo simbolico e dall’altro preziosi strumenti della memoria collettiva. La musica tradizionale si trasmette oralmente, dunque non esistono spartiti o forme scritte in cui è possibile rinvenire delle melodie. Tutto viene creato e comunicato direttamente ed è per questo che un aspetto importantissimo è dato dall’improvvisazione.
La complessità ritmica delle musiche africane si è di fatto trasferita a molte espressioni musicali dei paesi dell’ America Latina; l’aspetto più affascinante di questa poliritmia è costituito dalla possibilità di distinguere chiaramente i diversi ritmi pur percependoli unitariamente in modo coerente. Per quanto riguarda la voce, è interessante notare che generalmente si utilizzano timbri canori tendenti al rauco e al gutturale. Molte lingue locali, in Africa, sono di tipo tonale ed è per questo che esiste un collegamento molto stretto tra la musica e la lingua. Soprattutto nel canto, è il modello tonale del testo che condiziona la struttura melodica. Conoscendo molto approfonditamente queste lingue, è possibile riconoscere dei testi anche nelle melodie degli strumenti ed è quest’effetto che ha dato fama al cosiddetto “tamburo parlante”.la musica africana è piena di ritmi.

Caratteristiche distinte

La musica dell'Africa sub-sahariana ha come caratteristica che la distingue, una complessità ritmica che ha installato nelle musiche delle Americhe. La musica tradizionale si trasmette in genere oralmente, dunque non esistono molti spartiti o forme scritte in cui è possibile rinvenire delle melodie. Tutto viene creato e comunicato direttamente ed è per questo che un aspetto importantissimo è dato dall’improvvisazione. La complessità ritmica delle musiche africane si è di fatto trasferita a molte espressioni musicali dei paesi dell’America Latina; l’aspetto più affascinante di questa poliritmia è costituito dalla possibilità di distinguere chiaramente i diversi ritmi pur percependoli unitariamente in modo coerente.

Scale e Polifonia

Sistemi di scala variano tra le regioni; ci sono scale diatoniche ma le scale pentatoniche sono anche molto diffuse. Gli intervalli sono spesso diversi da quelli usati nella musica europea. I sistemi delle scale variano da zona a zona ma generalmente il più diffuso è quello di tipo pentatonico (5 note), tipico dei Boscimani, dei Bantù e degli Ottentotti, mentre gli intervalli sono spesso paralleli (di solito, terzo, quarto e quinto).

Strumenti musicali africani [modifica]

In Africa, la musica tradizionale è caratterizzata proprio dall’utilizzo di particolari strumenti musicali, spesso prodotti con materiali naturali come zucche, corna, pelli, conchiglie anche se attualmente è in uso una vasta tipologia di materiali artificiali, perlopiù in alluminio o in metallo come lattine, stringhe, tappi di bottiglia, bidoni.Oltre agli strumenti in senso proprio, troviamo una serie di oggetti che pur non essendo classificabili come strumenti, vengono di fatto suonati e definiti da queste stesse popolazioni come "strumenti ritmici", vale a dire: sonagli, pendagli, fischietti, bracciali, conchiglie etc. Fra di essi uno dei più antichi fu l'arco, che oltre alla funzione di arma, nel caso dei Boscimani, grazie alla corda pizzicata o toccata, amplificata da vasi di legno o zucche vuote posti all'estremità, assunse anche il ruolo di strumento.In etnomusicologia, generalmente si suddividono gli strumenti musicali in quattro grandi categorie:
  • IDIOFONI
Il suono è prodotto dallo strumento stesso senza particolari ausili o supporti
  • MEMBRANOFONI
Il suono è prodotto da una o più membrane che vengono battute con le mani o con bastoni affusolati
  • CORDOFONI
Il suono è prodotto da corde, in cuoio o in nylon, che vengono pizzicate
  • AEROFONI
Il suono è prodotto dal fiato del musicista e canalizzato dallo strumento stesso

Anche il canto, spesso affidato alle donne durante le varie celebrazioni, riveste una particolare importanza nell’ambito della musica africana, tradizionale e non.Fra gli strumenti musicali africani si ricordano il tamburo, il gong e la campana duplice, mentre fra gli strumenti melodici si annoverano gli archi, diversi tipi di arpa, il kora, il violino, molti tipi di xilofono come il balafon, i lamellafoni come la m'bira o sanza e diversi tipi di strumento a fiato come il flauto e la tromba.Il grande numero di tamburi usato nella musica tradizionale africana include il tama (tamburi parlanti), il bougarabou e il djembe nell'Africa occidentale, tamburi ad acqua nell'Africa centrale e tipi diversi di tamburi spesso chiamati engoma o ngoma nell'Africa meridionale.Durante l'epoca coloniale, strumenti europei come il sassofono, le trombe e la chitarra furono adottati da molti musicisti africani; i loro suoni furono integrati nei modelli tradizionali e sono usati in maniera estesa nella musica popolare africana.